Autofficina prende fuoco a Milano e uccide una famiglia: “Antonio Tollardo ha provato a salvare i genitori”
Antonio Tollardo aveva visto il fumo salire fino al suo appartamento di via Fra Galgario, in zona Gambara a Milano, e stava cercando di aiutare i suoi genitori a scappare. Il monossido di carbonio sprigionato dalle fiamme che hanno divorato l'autofficina ‘Ghiani' intorno alle 19 di venerdì 14 giugno, però, aveva già invaso la loro abitazione uccidendoli in una manciata di minuti. Questa è una delle prime ricostruzioni fatte dagli investigatori dopo che hanno trovato il corpo del 34enne senza vita accanto a quello dei suoi genitori, il 66enne Silvano e la 63enne Carolina De Luca. Tutti e tre erano nel corridoio, probabilmente diretti verso la porta.
L'appartamento della famiglia Tollardo
Da circa un anno Antonio Tollardo lavorava per la Mipharm, un'azienda farmaceutica con sede in via Quaranta, in zona Vigentino nella periferia sud milanese. Come ogni sera, anche lo scorso venerdì era tornato nella casa in cui viveva con i suoi genitori e che progettava di lasciare presto, una volta raccolto abbastanza denaro.
Ultimamente, però, la situazione familiare si era complicata. Sua madre, Carolina De Luca, stava accusando problemi di salute gravi, che le impedivano anche di uscire di casa in autonomia. Accanto a lei c'era sempre suo marito, l'ex netturbino ormai in pensione Silvano Tollardo, e di sera Antonio rientrava per stare con loro.
L'incendio del 14 giugno
Alcuni testimoni avrebbero riferito di aver visto il 34enne rientrare in casa all'incirca mezzora prima dell'incendio. Alcuni addetti dell'autofficina ‘Ghiani' stavano maneggiando del carburante quando, per cause che gli inquirenti dovranno stabilire, sono scoppiate le prime fiamme. Nel giro di pochi attimi, il rogo ha divampato investendo tre piani del palazzo di via Fra Galgario.
Sei famiglie sono riuscite a fuggire, quattro persone sono rimaste ferite e la famiglia Tollardo è stata uccisa dal monossido di carbonio prima di arrivare alla porta. Una volta estinto l'incendio, le forze dell'ordine hanno provveduto a porre sotto sequestro l'autofficina. La Procura ha aperto un fascicolo per disastro, omicidio e incendio colposo indagando il titolare dell'attività, Fabrizio Ghiani.