Aumentano le rette delle Rsa lombarde, il sindacato: “Curarsi rischia di diventare un privilegio per pochi”
Con una lettera inviata alle famiglie degli ospiti, diverse Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) lombarde hanno comunicato che presto "la retta di degenza subirà un incremento". Le strutture in questione sostengono che l'aumento dei costi giornalieri, anche di 5 euro, sia stato "reso necessario dopo il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale". Per il Sindacato pensionati italiani (Spi) Cgil Lombardia il riferimento è ai Ccnl delle Cooperative Sociali. "È inaccettabile che le strutture facciano intendere che l'elevato costo a carico delle famiglie sia dovuto al rinnovo di un contratto nazionale atteso da tempo", ha commentato il segretario generale del sindacato, Daniele Gazzoli, "ancora una volta gli interessi di lavoratori e ospiti vengono strumentalizzati e messi in contrapposizione tra loro per giustificare la gestione privatistica di parte del settore".
"Non sappiamo fino a quando basterà la pensione per coprire la retta"
Lo Spi Cgil Lombardia nel suo comunicato in cui afferma che "il ricovero in Rsa rischia di diventare un privilegio per pochi", riporta alcune testimonianze, come quella di una donna che ha la madre di 84 anni ricoverata dal 2022 in una struttura nella provincia di Cremona. "La settimana scorsa abbiamo ricevuto una lettera con il quale ci viene comunicato che dall'1 febbraio la retta giornaliera passerà da 63,9 euro a 65,40 euro per l'aumento dei costi di gestione del personale", ha raccontato la figlia dell'anziana, "e che l'avviso era mandato per mettere nelle condizioni la famiglia di fare le proprie valutazioni".
Le valutazioni in questione sono se tenere la madre, o meno, in una residenza che si prenda cura di lei: "La retta dovrebbe arrivare a toccare i 2.030 euro al mese", ha detto la donna, "non sappiamo per quanto la pensione della mamma basterà a coprire la retta".
Il sindacato: "Non possiamo rassegnarci all'idea che la cura dell'invecchiamento diventi un bene di lusso"
Secondo lo Spi Cgil Lombardia, gli aumenti delle rette giustificati con il rinnovo del Ccnl delle Cooperative Sociali sarebbero "l'ennesima dimostrazione della debolezza di Regione Lombardia nel governo del settore dell'assistenza agli anziani". In passato, sono state stanziate risorse per coprire il costo d'assistenza di alcune tipologie di ospiti, alleggerendo il carico alle Rsa. Tuttavia, ha affermato Federica Trapletti della segreteria di Spi Cgil Lombardia, "nessuno controlla gli aumenti delle rette che vengono decisi a totale discrezione delle strutture e che le famiglie sono costrette a subire".
"Le Rsa sono parte integrante dell'offerta socio assistenziale di cui anziani e famiglie avranno sempre più bisogno", ha concluso Trapletti, "non possiamo rassegnarci all'idea che la cura dell'invecchiamento sia affidata al libero mercato né tantomeno all'idea che un ricovero necessario diventi un bene di lusso".