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Aumentano i contagi tra medici e infermieri in Lombardia, la Regione: “Al momento il sistema regge”

L’aumento dei contagi Covid in Italia e in Lombardia interessa anche gli operatori sanitari: nonostante crescano i positivi tra loro, per il momento, in Lombardia non ci sono disagi relativi all’erogazione dell’attività assistenziale.
A cura di Ilaria Quattrone
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Immagine di repertorio
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Da ieri la Lombardia è in zona gialla: un passaggio dovuto al fatto che sono state superate le soglie limite dei tre parametri che decretano l'inserimento di una Regione in una fascia più a rischio. L'incidenza dei casi ogni centomila abitanti in Lombardia è superiore ai duemila casi e i ricoveri di pazienti Covid in terapia intensiva e nei reparti di area no critica sono al 14 per cento nel primo caso e al 21 per cento nel secondo. Tra i contagiati ovviamente ci sono anche gli operatori sanitari.

I contagi tra medici e infermieri in Lombardia

Una situazione che in alcuni ospedali italiani ha reso necessario riorganizzare le attività assistenziali. Tra gli interessati c'è per esempio l'ospedale Careggi di Firenze che, stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Corriere della Sera", ha dovuto riorganizzarsi a causa della positività di 360 persone tra medici, infermieri e altri operatori. In Lombardia, per il momento, il sistema sembrerebbe reggere: nonostante i contagi tra i medici e gli infermieri, non sembrerebbero essersi registrati disagi tali da pregiudicare le attività.

Dall'assessorato al Welfare fanno sapere che attualmente la popolazione lombarda conta alla settimana duemila contagi ogni centomila abitanti. Questo significa che, in una settimana, il 2 per cento della popolazione risulta essere positiva. All'interno di questi contagi, ci sono anche gli operatori sanitari che in Lombardia sono in totale 150mila. Nonostante la categoria sia tra quelle più vaccinate e già in parte coperta dalla dose booster, è anche quella più esposta al rischio contagio considerato che quotidianamente si occupano di persone positive al Covid. Per il momento non sembrerebbe quindi che, negli ospedali lombardi, le attività assistenziali siano pregiudicate. Gli unici disagi registrati riguardano solo i colleghi dei contagiati che, a causa dell'assenza di questi ultimi, vedono ridimensionato l'orario lavorativo. La situazione però è in continua evoluzione: entro due settimane si avrà il picco di casi Omicron che, per quanto ha minore impatto sui ricoveri in terapia intensiva, ne ha su quelli nei reparti di area no critica. Questo quindi potrebbe portare, nei prossimi giorni, a nuovi disagi e problemi.

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