Aumentano i contagi Covid e i ricoveri in ospedale, Galli: “La quarta dose va fatta ora”
In Lombardia – così come in tutta Italia – stanno aumentando i contagi da Covid-19, ma anche e soprattutto i ricoveri. Nonostante siano contenuti quelli in terapia intensiva e minori rispetto agli anni passati, le ospedalizzazioni nei reparti di infettivologia sono incrementati. La convivenza con il virus dimostra di essere molto più complessa di quanto si sperava e si immaginava. Nè l'aumento delle temperature e la conseguente possibilità di poter rimanere per più tempo all'aria aperta, sembrano dare una battuta d'arresto all'avanzare del virus: "L’unica cosa certa è che il messaggio libera tutti, è solo deleterio ed è responsabile di quanto sta accadendo", afferma a Fanpage.it il virologo e professore Massimo Galli.
Professore aumentano i contagi da Covid-19, ma anche i ricoveri per quanto non in terapia intensiva. Dobbiamo preoccuparci?
Avere molti vaccinati e molte persone che hanno già contratto l'infezione, riduce certamente la gravità nella gran parte di coloro che si infettano. Tra di loro ci sono anche persone con tre vaccini o che hanno già avuto l'infezione. Mi ero già espresso al riguardo, raccomandando attenzione. Sembra però che certi appelli cadano un po’ nell’indifferenza totale. È vero che la situazione non è quella degli anni passati: abbiamo moltissime persone vaccinate e mediatamente una gravità molto meno marcata. Purtroppo però, nonostante l'incremento delle infezioni, l'assoluta maggioranza non viene denunciata.
Si diceva che con questa variante, non ci sarebbero state molte ospedalizzazioni. Però i dati dimostrano che non è così
Se le persone si infettano in numero elevato, di conseguenza abbiamo una certa percentuale – più ridotta rispetto agli anni passati – costituita da coloro che non hanno difese perché non hanno risposto al vaccino. Oltre a loro, abbiamo persone che soffrono di malattie o che sono troppo anziane e che quindi non hanno risposto al vaccino come si vorrebbe e infine coloro che non si sono vaccinati. Ripeto: abbiamo una percentuale di infezioni gravi inferiore rispetto alle infezioni in generale. La grande maggioranza degli infettati ha infatti già delle protezioni che ne contengono l'avanzamento. Questo perché abbiamo un vaccino che è in grado di proteggere dalla progressione della malattia e dalla morte, ma non è in grado di proteggere dall'infezione e questo è evidente.
Siamo di fronte a una nuova ondata?
Sì, siamo di fronte a una nuova ondata sostenuta da una nuova variante. Questa cosa che l’estate mette tutto a posto è una balla: la spagnola ebbe la prima ondata in primavera, l’asiatica è arrivata ad agosto '58 e ha avuto il picco in ottobre. La Hong Kong del '68 è stata vista in luglio ed era già dilagante in settembre/ottobre negli Stati Uniti. Ai virus che si trovano davanti gran parte della popolazione vulnerabile, non importa dell’estate e del caldo. Una metropolitana d’estate affollata di gente e senza mascherina non è meno pericolosa della stessa metropolitana d’inverno: si ha tanta gente suscettibile che può essere infettata.
La quarta dose va fatta ora e per tutti?
La quarta dose va fatta ora e a farla devono essere soprattutto i fragili.
Bisogna aspettare un po' prima di togliere l'obbligo della mascherina in gran parte dei luoghi?
La questione mascherina è un fatto con connotazioni soprattutto politiche. È diventata un simbolo da bruciare sulla piazza come indicazione della visione di quelli che volevano ancora a tutti costi che la malattia fosse derubricata ed eliminata. La malattia però non è stata né derubricata né eliminata: c’è una nuova ondata in corso, data da una nuova variante e dobbiamo capire come affrontare questa cosa.
Bisognerebbe chiudere tutto?
Chiudere tutto non ha senso: i cinesi sperano di poter risolvere il problema con le chiusure generali, con queste varianti – che sono ad alta capacità diffusiva – non è possibile. Bisogna tentare di proteggere i fragili, sperare in una implementazione del vaccino e mantenere quelle misure precauzionali che, pure con i loro limiti, possono incidere nella riduzione dell’infezione. L’unica cosa certa è che il messaggio libera tutti, è solo deleterio ed è responsabile di quanto sta accadendo. Inoltre 86mila casi, 72 morti e un tasso di positività del 27 per cento dei tamponi dimostra come molti dei tamponi non vengano denunciati. Molte persone infettate si guardano infatti bene dal farsi il tampone.