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Attivisti pro Palestina alle prove del concerto di Natale alla Scala: “Stop genocidio a Gaza”

Alcuni attivisti pro Palestina hanno messo in scena un flash mob alle prove generali del concerto di Natale al Teatro alla Scala di Milano. “Basta bombe, basta armamenti nel mondo” hanno gridato dai palchi applauditi dagli altri spettatori.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo scorso sabato 23 dicembre al Teatro alla Scala di Milano è andato in scena il concerto di Natale diretto da Daniel Herding con Alberto Malazzi direttore del coro e il pianista Kirill Gerstein. Durante le prove generali del pomeriggio, però, la scena se la sono presa alcuni spettatori che dai palchi hanno srotolato due striscioni che recitavano: "Stop bombing Gaza" e "Stop genocidio a Gaza".

L'appello dei manifestanti

Come hanno spiegato gli stesso protagonisti, non era una esibizione pianificata ma un "flash mob nato dal passaparola all'ultimo momento". In tutto erano una ventina i partecipanti che, oltre agli striscioni, hanno appeso anche una bandiera della pace e una della Palestina, a cui è seguita un'altra ancora sventolata in platea.

Le prove erano giunte al termine quando una voce ha gridato: "Basta bombe, basta armamenti nel mondo". L'appello è poi proseguito tra gli applausi degli altri spettatori ignari: "Ci sono bombe che stanno cadendo in questo momento a Gaza, come in Ucraina, come in Ciad, come in Congo, come in Etiopia. E allora basta bombe e basta armamenti nel mondo".

"Nessuno ci ha identificati"

Ai giornalisti presenti in quel momento uno dei protagonisti del flash mob ha spiegato che nessuno di loro fa parte di una stessa associazione o organizzazione di qualche tipo: "Partecipiamo alle manifestazioni del sabato", ha aggiunto riferendosi a quelle che si svolgono in piazza e per le strade della città a sostegno della Palestina.

Inoltre, nessuno dei manifestanti è stato identificato, a differenza di quanto accaduto il 7 dicembre durante la Prima. In quel caso, il giornalista Marco Vizzardelli aveva gridato "Viva l'Italia antifascista" al termine dell'Inno di Mameli e poco prima dell'inizio del Don Carlo diretto da Riccardo Chailly. Il 65enne, infatti, era stato raggiunto da quattro agenti della Digos che hanno proceduto con la sua identificazione.

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