“Atti di violenza gratuita e inaudita”: la condanna al vigile per il pestaggio della donna trans Bruna
Quelli nei confronti di Bruna, donna trans picchiata da alcuni agenti di polizia in strada a Milano nel maggio del 2023, sono stati "atti di violenza gratuita e inaudita" tra "calci, trascinamento tirando per i capelli e ripetuti colpi inferti con il distanziatore". Lo scrive la giudice milanese Patrizia Nobile nelle motivazioni della sentenza con cui uno dei vigili coinvolti è stato condannato a 10 mesi di reclusione nell'ambito del processo (con rito abbreviato).
L'uomo era accusato di lesioni aggravate nei confronti della donna trans, presa manganellate dalla polizia di Milano e ripresa da un video girato da un residente di via Sarfatti, zona Bocconi. "Lo stesso peso impresso con i corpi su un soggetto già sofferente per le violenze eccessive patite, appare ancora una volta un'azione sproporzionata e controproducente", scrive la gup, che osserva comunque come gli agenti non fossero "animati da finalità discriminatorie, né vi furono manifestazioni di odio o pregiudizi collegati all'orientamento sessuale".
La giudice ha riconosciuto la responsabilità del vigile. "Pur avendo minore anzianità di servizio dei suoi colleghi, aveva certamente il potere e il dovere di impedire la prosecuzione della condotta, anche solo arretrando e dissociandosi", si legge nelle motivazioni della sentenza.
Per altri due vigili e per la stessa 43enne, accusata di lesioni, resistenza, rifiuto di indicazione della propria identità e ricettazione, il processo con rito ordinario comincerà il prossimo 14 novembre.