“Attenti ai fuochi d’artificio, con un petardo ho rischiato di perdere la mano”: l’appello di un 16enne
All'inizio proprio non ci fai caso. Giorgio sembra – ed è – un ragazzino come tanti. 16 anni, scarpe da ginnastica e felpa. Alto e allampanato. Gentile, ma non di tante parole. Il dettaglio che lo differenzia si nasconde dentro a un guantone che ricopre la mano destra.
"Il 15 gennaio 2022 – racconta a Fanpage.it – ero con i miei amici in un paese qui vicino. Abbiamo trovato per terra un petardo. Io l'ho raccolto, dicendo ‘Che bello, che bello!', ho provato ad accenderlo e poi non ho sentito più niente".
"Come nelle scene dei film di guerra – continua – ho avvertito il suono dell'esplosione, ho visto un flash bianco e poi ho iniziato a percepire tutto ovattato, a rallentatore".
Lo scoppio del petardo
Il petardo scoppia tra le mani di Giorgio. "Anche se in un primo momento se non ho avvertito nessun dolore, il mio corpo ha avuto la reazione istintiva di lanciare un urlo. Sono corso verso i miei amici, che hanno chiamato subito i soccorsi".
"Nel mentre – ricorda il ragazzo – mi tenevo stretto il polso per evitare che uscisse troppo sangue. Avevo la mano destra completamente ‘smaciullata'. I primi ad arrivare sono stati i carabinieri e uno di loro, dopo averla vista, si è ritratto dallo spavento".
Giorgio viene portato d'urgenza in ospedale, subisce una prima operazione, subito dopo una seconda, e poi resta in terapia intensiva. "Il dolore era talmente forte – dice a Fanpage.it – che per farmi dormire dovevano darmi più antidolorifici insieme, compresa la morfina".
"Per ricostruirmi la mano mi hanno preso un'arteria del piede, carne e pelle. Sono stato con la scarpa Talus per due mesi e mezzo circa. All'inizio per andare dal divano al bagno, che saranno 5-10 metri, dovevo fare una pausa in mezzo perché mi girava la testa".
L'operazione chirurgica
"Ho dovuto affrontare in seguito anche un'altra operazione – spiega Giorgio – per sistemare il piede. Mi hanno preso un pezzo di pelle dalla coscia, come una sbucciatura, e me l'hanno incollata sul piede".
Uno dei momenti più difficili è la notte: "Fin dall'inizio ho dovuto indossare tutori, che spesso mi davano fastidio o mi facevano male, impedendomi di prendere sonno, ma sono necessari, anche perché ho perso una parte del pollice e devo abituare l'arto a restare aperto".
A settembre l'ultima operazione: "Mi hanno tolto dall'altro piede un dito e me l’hanno messo sulla mano, che in futuro dovrebbe muoversi".
"Ho la fortuna di essere supportato da tanti amici e dai miei familiari – dice il 16enne -, ma non è facile, nulla è più come prima. Per diverso tempo mi sono chiesto che cosa ne sarebbe stato del mio futuro, che cosa avrei potuto fare e quando".
Come sta ora Giorgio
"Oggi sto meglio – assicura Giorgio -, ho ripreso ad andare in moto e a fare canottaggio, anche se con tante limitazioni che prima non avevo".
"Cerco di vivere al meglio secondo le mie possibilità, ma se potessi tornare indietro non raccoglierei quel petardo, continuerei a giocare normalmente con i miei amici, facendo altro".
L'ultimo dell'anno si avvicina e Giorgio starà ben lontano dai fuochi d'artificio: "Il trauma è ancora presente, mi è capitato di essere in giro, sentire un'esplosione da lontano e disorientarmi, i miei amici lo sanno e se la notte del 31 dicembre mi allontanerò quando ci saranno i fuochi capiranno".