Assunto da Atm lascia il posto fisso per trasferirsi a Viterbo: “Il costo della vita a Milano è insostenibile”
Simone Domenici ha deciso di lasciare il suo lavoro come tranviere per l'Azienda trasporti milanesi perché lo stipendio che percepisce non gli permette di sostenere il costo della vita di Milano. L'uomo non è l'unico ad avere scelto di licenziarsi e trasferirsi in un'altra città. Sono diverse le persone che denunciano come sia ormai praticamente impossibile vivere nel capoluogo meneghino: gli stipendi infatti non permettono di poter far fronte alle spese. Nel caso di Domenici, come lui stesso sottolinea a Fanpage.it, la retribuzione base non è stabilita da Atm ma dal contratto collettivo nazionale. Considerate le difficoltà, tornerà a vivere nella sua città di origine e lavorerà per una ditta di trasporti privata.
"Sono arrivato circa tre anni fa da Roma. Avevo una lunga esperienza lavorativa, sempre sui mezzi pubblici. All’inizio tra cercare casa e ambientarsi è stato un po’ difficile, un po' dura come situazione", ha precisato in un'intervista con Fanpage.it. "Poi la Atm mi ha dato una casa qui. Ho dovuto però lasciare la mia famiglia giù perché inizialmente ti assegnano un appartamento piccolo: vivevo infatti in una stanza di ventun metri quadrati circa". L'ormai ex tranviere ha raccontato che poi gli è stata assegnata un'altra abitazione: "Era di 80 metri quadrati, che però per una famiglia di cinque persone, sono sempre pochi".
Ha quindi voluto cercare una soluzione abitativa da solo e da sostenere a sue spese. Il problema però che, anche per lui come per altri lavoratori e studenti universitari, trovare casa a Milano è praticamente impossibile: "Lo stipendio base di un tranviere è di 1.580 euro. Ho cercato di trovare modi per poter guadagnare il più possibile. È fatto quindi tante ore di straordinari. Sono passato da 20 ore fino a 116 ore di straordinario al mese quindi fino a 12-13 ore al giorno. Il massimo che sono riuscito a prendere è stato di 2.100 euro".
Eppure il 45enne era partito dal Lazio con la speranza di poter dare una vita migliore a moglie e figlie: "Ho lasciato mia moglie dicendole ‘Amore, vado su per crearmi qualcosa di positivo. Milano ci offrirà tanto'. È vero a livello lavorativo ti dà tantissimo perché qui tutti quanti sono in regola. Ero però partito con l'aspettativa di trasferire qua tutta la famiglia. Solo che adesso, facendo due calcoli, non è fattibile. L'ultima cosa che ho trovato costava 700 euro al mese più 300 euro di spese condominiali ed era a venti chilometri da Pavia. Significa che sarebbero serviti mille euro al mese. Non si può campare con 600 euro".
Domenici ritornerà quindi nella propria città: "In provincia di Viterbo. Tornerò a lavorare nel precedente impiego: ero dipendente di un'azienda privata. Il mio stipendio si aggirerà tra i 2.200 euro e i 2.500 euro netti al mese. Lavorerò dal lunedì al sabato mattina. Sabato pomeriggio e domenica sarò sempre libero. A Milano è vero che si hanno turni di quattro ore, però adesso gli orari di lavoro sono stati allungati perché, non trovando più autisti, giustamente è necessario coprire il servizio alla stessa paga che è quella che ti offre il contratto nazionale. Infatti non è colpa di Atm, se la retribuzione è bassa, ma del contratto nazionale. Il pubblico, giustamente, è costretto ad aspettare un po' di più. Se prima l'autobus passava in media ogni nove minuti, adesso possono anche aspettare 40 minuti. Di conseguenza stanchi per l'attesa, la cosa più "normale" che fanno è insultarti ma potrebbero anche aggredirti".
"Tutti vanno via. Siamo entrati in quattro nel deposito dove io sono in forze. Due sono andati via un anno fa. Io sto andando via adesso. Probabilmente anche il quarto si starà guardando attorno come fanno un po' tutti. Noi siamo rimasti per quattro anni, ma ci sono colleghi che sono andati via che avevano 28 anni d'esperienza".
A commentare la storia di Simone, esemplificativa di molte altre, a Fanpage.it è Dario Balotta, responsabile trasporti Europa Verde: "Anziché prendere adeguate contromisure per accelerare le assunzioni di autisti in ATM si sta verificando il fenomeno opposto. Sono in molti infatti che negli ultimi mesi hanno abbandonato l'azienda di trasporti a causa del superlavoro cui sono costretti e dei bassi salari. Nel frattempo sono oramai numerossime le corse soppresse (20 per cento) , i percorsi ridotti in superficie di bus, tram e filubus. Si allungano i tempi di attesa ed i mezzi sono stracarichi ed i cittadini sempre più arrabbiati. Per affrontare questa emergenza cui ATM non sa dare risposta serve un urgente intervento del Sindaco Giuseppe Sala".