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Assolto per vizio totale di mente ma è ancora in carcere, la legale: “Deve andare in una struttura, ma non c’è posto”

Lo scorso 12 dicembre un uomo di 49 anni è stato assolto perché il giudice ha riconosciuto l’incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti, ma si trova ancora in carcere. A spiegare a Fanpage.it quello che sta accadendo è la sua avvocata Federica Liparoti.
A cura di Giorgia Venturini
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Un uomo di 49 anni si trova in carcere nonostante sia stato assolto lo scorso 12 dicembre. Si trova ancora nella casa circondariale di Monza: il giudice ha riconosciuto l'incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti a causa di un grave disturbo psichiatrico. Per lui era stata disposta una misura di sicurezza alternativa al carcere: c'è il via libera da parte della Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Castiglione delle Stiviere, ma non c'è ancora posto. Così nonostante l'assoluzione l'uomo resta in carcere. A spiegare a Fanpage.it quello che sta accadendo è la sua avvocata Federica Liparoti.

Quando è stato arrestato il suo assistito?

La scorsa estate con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e rapina. Da subito era emerso che si trattava di una persona con gravi problemi psichiatrici. Avevo immediatamente fatto richiesta di farlo uscire dal carcere.

Inoltre lo psichiatra che lo aveva visitato subito dopo l'arresto gli aveva diagnosticato una totale incapacità di intendere e di volere. A luglio il pubblico ministero di Lodi aveva fatto richiesta al giudice di sostituire la misura cautelare in carcere con un'applicazione della misura di sicurezza provvisoria. Anche lui chiedeva che venisse collocato in una struttura di cura. Invece è rimasto in carcere.

Quale motivazione era stata data? 

Il giudice per le indagini preliminari aveva accolto la richiesta del pubblico ministero e la mia, ma non c'era posto nella Rems (ovvero Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) individuata. Si è quindi atteso il processo di dicembre. La situazione però era grave già a luglio: il mio assistito era stato tenuto in carcere quando il giudice aveva disposto un'altra misura.

Poi è iniziato il processo…

Il processo si è tenuto il 12 dicembre con rito abbreviato. Il giudice lo ha assolto per totale incapacità di intendere e di volere ed è stata applicata la misura di collocamento in una Rems, in una struttura a Castiglione delle Stiviere. Qui vengono eseguite le misure di sicurezza. Il giudice ha precisato che la liberazione del mio assistito potrà avvenire solo quando ci sarà un posto in Rems. Però a livello giuridico è stato assolto: quindi stiamo tenendo in carcere una persona non ritenuta colpevole. Dal 12 dicembre a oggi è ancora detenuto al carcere di Monza.

Il suo assistito anche se è stato assolto non può tornare a casa? 

No perché è stata disposta una misura di sicurezza perché è stato giudicato socialmente pericoloso. Deve in questo caso essere trasferito in una Rems.

Se non c'è posto nella struttura scelta, non si può cambiare Rems? 

Il giudice ha disposto il collocamento in qualsiasi Rems. La Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Castiglione delle Stiviere è quella di riferimento in Lombardia: avrebbe già dato la sua disponibilità ad accogliere il mio assistito ma non c'è ancora posto. Si trova quindi di lista d'attesa.

Come si procederà ora? 

Bisogna che sia interpellato il Dap (ovvero Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e Regione Lombardia perché si trattano di strutture sanitarie. Dovrebbero estendere la ricerca in altre strutture di altre parti d'Italia.

Ora io non escludo di presentare un ricorso cautelare alla Corte europea per i diritti dell'uomo per cercare di sbloccare la situazione. Vorrei evitarlo, perché l'interesse mio e della sua famiglia non è quello di richiedere un rimborso ma fare in modo che il mio assistito esca il prima possibile dal carcere. Dobbiamo tenere in considerazione che la Corte europea per i diritti dell'uomo ha già condannato l'Italia per questi tipi di casi.

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