Assolto per l’omicidio di due pazienti, Carlo Mosca chiede il risarcimento per ingiusta detenzione
Carlo Mosca ha trascorso 522 giorni, più di 17 mesi, agli arresti domiciliari nell'abitazione di famiglia a Persichello (in provincia di Cremona) in attesa del processo che lo vedeva imputato di duplice omicidio volontario. Secondo l'accusa, l'ex primario reggente del pronto soccorso di Montichiari avrebbe somministrato a due pazienti farmaci "non compatibili con la vita" nel marzo 2020, in piena prima ondata della pandemia, con l'obiettivo di alleggerire il reparto. Il 51enne è stato assolto sia in primo grado che in secondo grado, con sentenza diventata definitiva, e ora attraverso i suoi legali ha presentato istanza di risarcimento per ingiusta detenzione: "Si è sempre sacrificato senza risparmiarsi per i malati, non di certo il contrario", hanno dichiarato gli avvocati.
L'accusa di duplice omicidio e l'assoluzione in primo e secondo grado
Le indagini erano partite su segnalazione di due infermieri, Massimo Bonettini e Michele Rigo. Secondo i due, Mosca aveva somministrato a due pazienti farmaci che li avrebbero portati a un'insufficienza respiratoria e poi, in seguito a una arresto cardiaco, al decesso. Era marzo del 2020 e i due pazienti versavano in condizioni gravi. Secondo la Procura, il medico avrebbe agito in questo modo con l'obiettivo di alleggerire il reparto dalla pressione provocata dalla pandemia da Covid-19.
Arrestato il 25 gennaio 2021, Mosca è stato posto ai domiciliari fino a quando l'1 luglio del 2022 la Corte d'Assise di Milano lo ha assolto da tutte le accuse. Per i giudici, non c'era alcuna prova certa e univoca di quanto veniva attribuito al medico. Non solo, la Corte quel giorno trasmise gli atti in Procura per calunnia ipotizzando un "complotto" nei confronti di Mosca a causa dei cambi turni o dei permessi sospesi. La sentenza di assoluzione è diventata definitiva il 13 ottobre 2023, con la conferma in Appello.
La richiesta di risarcimento
Mosca, quindi, ha trascorso più di 17 mesi agli arresti domiciliari per poi essere assolto da tutte le accuse in via definitiva. Il 51enne, oggi in servizio al 118 dell'ospedale Civile di Brescia, nei giorni scorsi ha presentato la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione. I suoi legali, Michele Bontempi e Elena Frigo, non hanno quantificato una somma, ma questa verrebbe comunque calcolata secondo un criterio aritmetico a cui viene aggiunta la discrezionalità della Corte sulla base della "particolare rilevanza del danno".
Gli avvocati hanno ribadito come Mosca non avrebbe "mai fatto volontariamente del male ai pazienti" e che per tutta la sua carriera "si è sempre sacrificato senza risparmiarsi per i malati, non di certo il contrario". La sostituta procuratrice generale, Rita Anna Emilia Caccamo, ha chiesto l'accoglimento dell'istanza.