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Medico arrestato per omicidio pazienti Covid

Assolto in Appello il primario Carlo Mosca, accusato di aver ucciso due pazienti Covid con farmaci letali

Il medico Carlo Mosca, che era stato accusato di aver ucciso due pazienti Covid con farmaci letali, è stato assolto anche in Appello.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di oggi, venerdì 13 ottobre, la Corte d'Assise d'Appello ha confermato l'assoluzione per Carlo Mosca, il medico cremonese di cinquant'anni che era stato accusato del duplice omicidio volontario di due pazienti con Covid-19 durante la prima ondata di marzo 2020. L'uomo, all'epoca dei fatti, era primario del pronto soccorso di Montichiari (Brescia).

Gli inquirenti lo avevano accusato di aver somministrato due farmaci letali (Succinilcolina e Propofol) se non associati all'intubazione.

I due casi

I due casi al centro dell'indagine riguardavano il 61enne Natale Bassi e il 79enne Angelo Paletti, entrambi arrivati al pronto soccorso di Chiari a marzo 2020 con gravi patologie. Il 25 gennaio 2021, l'uomo è stato posto agli arresti domiciliari nella villetta del padre: ne è uscito solo un anno fa, l'1 luglio, dopo l'assoluzione con formula piena in primo grado.

La richiesta della Procura

Il processo d'appello, si è aperto con la richiesta del sostituto procuratore generale, dottor Francesco Rombaldoni, di una nuova perizia medico legale per stabilire se, la quantità di Propofol, trovata nell'encefalo del 79enne potesse davvero essere stata somministrata post mortem.

Questa tesi, infatti, è sempre stata sostenuta dalla difesa. Oppure se si sia trattato di un falso positivo. Il procuratore ha poi specificato che, nel caso i giudici non l'avessero concessa, l'imputato andava assolto "perché il fatto non sussiste".

Senza l'acquisizione di nuovi elementi, infatti, o la possibile rivalutazione di quelli già analizzati, non sarebbe possibile arrivare a un ribaltamento della sentenza di primo grado.

Gli avvocati dell'ex primario hanno invece sostenuto come la sentenza di primo grado non avesse alcuna lacuna. I due principali accusatori, due infermieri, non sarebbero stati attendibili perché sarebbero stati smentiti da altri testimoni oltre che da se stessi. Per i legali, il Propofol non è stato somministrato al paziente in vita.

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