Assolto il primario Carlo Mosca, era accusato di aver ucciso due pazienti Covid con farmaci letali
È stato assolto ed ha accusato di calunnia i due infermieri che lo avevano denunciato. Nella sentenza di primo grado in Corte d'Assise cadono tutte le accuse nei confronti del primario del pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari, in provincia di Brescia, Carlo Mosca: il medico era finito ai domiciliari per la morte di due pazienti, di 61 e 79 anni, deceduti durante la prima ondata Covid. Due infermieri lo avevano accusato di aver somministrato due farmaci letali ai pazienti: come sostenuto dall'accusa, il medico avrebbe somministrato Propofol e Succinilcolina, "farmaci incompatibili con la vita". Tutto questo ora è stato considerato infondato. Dopo la sentenza di oggi è stata sospesa immediatamente la misura cautelare agli arresti domiciliari. Nello stesso giorno della sentenza di assoluzione il medico, tramite i suoi avvocati, aveva trasmesso gli atti in Procura per calunnia nei confronti dei due infermieri che lo avevano accusato.
Il pubblico ministero aveva chiesto una pena di 24 anni
Durante il processo il pubblico ministero lo ha ritenuto colpevole di omicidio volontario chiedendo una pena di 24 anni di carcere. Invece l'avvocato difensore che sempre chiesto l'assoluzione puntualizzando più volte che dietro a queste accuse ci sia stato un complotto. Come riporta La Repubblica, il pubblico ministero Federica Ceschi in aula ha sostenuto sì che "nessuno ha visto Mosca somministrare farmaci, ma la sua ammissione di colpa sarebbe da ricondurre a un'intercettazione ambientale" in cui il medico il medico avrebbe risposto "sì" alla domanda se avesse somministrato i farmaci. Il primario invece si è sempre difeso dicendo di non aver somministrato il Propofol: "Qualcuno ha voluto farmi del male e può averlo iniettato a paziente già morto". Poi il suo avvocato ha spiegato: "Due infermieri lo accusano ma in aula si b, mentre un intero reparto sta dalla porte di Mosca e non crede alle maldicenze diffuse dai due infermieri". Ora non resta che aspettare un eventuale ricorso in Appello e un eventuale processo per calunnia.