Aspetta un anno per una visita con il pubblico, il medico la manda via: “Con la sua allergia deve pagare”
Emergono nuovi punti interrogativi sulla gestione della visite nelle strutture private accreditate dal Sistema sanitario nazionale, con una tendenza sempre più chiara a privilegiare il canale della libera professione rispetto a quello del servizio pubblico. In seguito all'inchiesta di Fanpage.it sull'ospedale San Giuseppe di Milano, in cui abbiamo verificato falsificazioni nella registrazione degli orari delle visite private, arriva alla redazione una nuova segnalazione su un altro ospedale milanese, accreditato dalla Regione.
Michelangela Barba è una cittadina milanese e racconta a Fanpage.it che, dopo aver atteso quasi un anno per una visita dietologica convenzionata con il Ssn, è stata dirottata al privato, senza possibilità di avere alternative non a pagamento. Motivazione: l'allergia a pesce e crostacei. Il tutto avviene all'ospedale San Raffaele Turro, struttura privata accreditata del gruppo San Donato.
Allergica al pesce, visita bloccata
"Avendo un sovrappeso al limite dell'obesità – ci spiega -, per evitare l'insorgenza di patologie correlate, il mio medico di base mi ha prescritto lo scorso anno una visita dietologica per farmi dare un piano alimentare che mi consenta di perdere un po' di peso".
"Siamo nell'estate del 2023 – continua – e con la ricetta prenoto una visita dietologica attraverso il portale di Regione Lombardia. La struttura della mia zona con una disponibilità più immediata è Ville Turro e per ‘disponibilità immediata' s'intende maggio 2024, cioè quasi un anno dopo".
Michelangela non si scoraggia e attende. "Finalmente arriva il giorno della visita – racconta -. Dopo aver pagato il ticket entro nello studio della dietologa, la quale inizia col farmi l'anamnesi. Tutto bene finché non le dico di essere allergica al pesce e ai crostacei, a quel punto la professionista mi blocca e mi dice che dobbiamo interrompere la visita".
Il motivo non è ben chiaro alla paziente: "In pratica – ricorda – mi ha detto che non può seguire persone allergiche, quindi di tornare in accettazione e chiedere il rimborso, prenotando una nuova visita, stavolta con un suo collega della struttura. Il punto – osserva Michelangela – è che sul portale di Regione Lombardia non mi era stata posta nessuna domanda su eventuali allergie, particolare rilevante, credo, se poi proprio per un'allergia si corre il rischio di aspettare mesi e non poter poi sottoporsi alla visita".
L'unica alternativa è a pagamento
Ma è anche un altro dettaglio a non convincere la paziente: "La dietologa mi ha rimandata a un collega che però, visita in ssn solo per la nutrizione artificiale, mentre il sovrappeso lo tratta esclusivamente in libera professione. Quindi non mi è stata data una reale alternativa, dal momento che io avevo un'impegnativa del medico per una visita nel pubblico".
Per capirne di più Michelangela scrive una mail al medico in questione: "Nella sua risposta – dice a Fanpage.it – il medico mi ha confermato che non mi poteva visitare in ambulatorio pubblico ma, ipotizzando che il mio problema fosse il costo, mi ha consigliato una terza collega, anche lei operante esclusivamente in regime di solvenza, ma ‘a soli 70 euro' a visita".
"Mi chiedo – conclude Michelangela – come avrei fatto se nel frattempo fossero sopraggiunti i problemi di salute per cui la mia condizione mi mette a rischio. Ho aspettato quasi un anno, perché è stato il mio medico di base a raccomandarmi di fare la visita in ospedale e non da un professionista privato, in modo che potessero prendersi in carico in maniera completa il mio caso, eppure mi ritrovo al punto di partenza".