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Il rapper Shiva condannato per tentato omicidio

Arresto di Shiva, l’avvocato: “Non ha sparato per uccidere, si è difeso da due lottatori pericolosissimi”

Il rapper ha cercato di difendersi da “due personaggi pericolosissimi”. Lo ha sostenuto la difesa nell’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Milano, chiedendo la scarcerazione del rapper arrestato lo scorso 26 ottobre.
A cura di Francesca Del Boca
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Andrea Arrigoni, in arte Shiva, "non ha sparato per uccidere". Anzi, ha subito un'aggressione "da due personaggi pericolosissimi", da cui ha cercato di difendersi. Lo ha sostenuto la difesa nell'udienza davanti al Tribunale del Riesame di Milano, chiedendo la scarcerazione (e in subordine i domiciliari) del rapper arrestato lo scorso 26 ottobre e attualmente detenuto a San Vittore.

Su di lui, pesa adesso l'accusa di tentato omicidio (nonché porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose)per una sparatoria risalente all'11 luglio 2023, e avvenuta davanti allo studio di registrazione di Shiva a Settimo Milanese: secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra mobile, coordinate dal pm Daniela Bartolucci,  sarebbe un episodio da ricondursi alla contrapposizione tra due bande rivali della scena rap milanese, la Seven Zoo di Rondo da Sosa e la Santana Gang che fa capo a Shiva.

In quest'occasione Andrea Arrigoni, stando all'ordinanza del gip Stefania Donadeo, avrebbe sparato "più volte alle gambe" mirando all'indirizzo di due rivali del gruppo Seven Zoo, lottatori professionisti di arti marziali miste (Alessandro Maria Rossi, 25 anni, e Walter Pugliesi, 30 anni, anche loro indagati), "puntando i corpi e colpendoli mentre erano in fuga".

Oggi in aula i difensori di Shiva, gli avvocati Daniele Barelli e Marco Campora, chiedono però che la vicenda venga inquadrata come un "eccesso colposo di legittima difesa". A maggior ragione tenuto conto della "pericolosità dei due lottatori", che avrebbero aggredito per primi il trapper "spaccandogli la mandibola", e del fatto che i colpi sparati dalla pistola del rapper milanese "non erano indirizzati a organi vitali".

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