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Alberto Genovese arrestato per stupro

Arresto di Genovese, la ragazza che l’ha denunciato: “C’erano manette e sangue, ho paura di tutto”

“C’erano uomini, manette e sangue. La cocaina era offerta agli ospiti della festa insieme ad un’altra droga. Ora ho paura di tutto e di tutti”. Questa la ricostruzione frammentaria di una delle vittime che accusano l’imprenditore Alberto Genovese di violenza sessuale. La ragazza ha 18 anni e sta “vivendo un incubo”.
A cura di Filippo M. Capra
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Emergono ulteriori retroscena circa le accuse mosse nei confronti di Alberto Genovese, il fondatore di Facile.it (che ha venduto poi nel 2014) da parte di una vittima. Nelle parole riportate dal Corriere, una ragazza appena maggiorenne ha dichiarato di essere "distrutta" poiché starebbe "patendo le pene dell'inferno" a causa del continuo parlare delle feste e di quanto accadeva con l'indagato: "La mia mente fa un passo avanti e uno indietro", ha detto.

La vittima: Mai avrei pensato di vivere un tale incubo

Nell'interrogatorio fatto con il pubblico ministero Rosaria Stagnaro aveva ricordato come le droghe che le erano state fatte assumere l'avessero resa "una bambola di pezza". Nella ricostruzione della vittima, già da prima del 10 ottobre, giorno in cui si sarebbe consumata la violenza sessuale, la ragazza sarebbe stata all'interno dell'attico di Genovese: "La prima a giugno, la seconda a settembre, quando ha incontrato Belén Rodriguez e lo chef Carlo Cracco", riferisce l’avvocato della giovane, che sottolinea come proprio a causa della presenza dei vip non abbia mai "percepito il rischio di un pericolo". La vittima avrebbe poi detto di essere confusa perché mai avrebbe pensato di recarsi ad una festa e poi "vivere un incubo del genere". Dunque, si arriva alla serata del 10 ottobre, la terza in cui si reca alla Terrazza Sentimento di Genovese, per una festa aperta a una ventina di persone. In sala girano "piatti con della cocaina e 2CB, un'altra droga, offerta agli invitati", spiega, aggiungendo di "averla assunta spontaneamente".

Uomini, manette e sangue: la fuga e il soccorso della polizia

Da lì, il buio: la "sensazione che ci fossero altri uomini», il ricordo di un paio di manette e del sangue fino alla sveglia del giorno seguente e la conseguente fuga, fino al soccorso della polizia. Ora, la vittima dice di aver "paura di tutto e di tutti". L'avvocato spiega che la ragazza "non sa fino in fondo cosa le è accaduto, ma ogni volta che sente parlare di sé aggiunge una nuova tessera al mosaico anche se non è in grado di capire se questo sia frutto della sua memoria o di una suggestione dovuta al racconto che fa la stampa".

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