Arrestato un 28enne a Milano per istigazione al terrorismo: era stato denunciato per minacce su Instagram
Un 28enne è stato arrestato per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo e indagato per associazione con finalità di terrorismo internazionale. Le indagini, coordinate dalla Procura di Milano e condotta dagli agenti della Digos (sezione Antiterrorismo Internazionale con il Servizio per il contrasto dell'estremismo e del terrorismo esterno della Direzione centrale della polizia di prevenzione), sono partite lo scorso novembre in seguito a una denuncia presentata per minacce ricevute su un profilo Instagram.
I reati contestati al 28enne
Il giovane, cittadino marocchino, si trova in questo momento in carcere su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano. Il 28enne ha alle spalle precedenti per reati contro la persona, il patrimonio e in materia di stupefacenti. La Procura di Milano aveva contestato al 28enne anche l'accusa di "partecipazione a una associazione con finalità di terrorismo internazionale", ma per la gip Lorenza Pasquinelli questa non si sarebbe verificata in quanto non ci sarebbe alcuna traccia di preparazione di eventuali attentati o relazioni con organizzazioni terroristiche strutturate.
Piuttosto, attraverso le intercettazioni telematiche e i pedinamenti, gli investigatori avevano scoperto che il 28enne stava cercando informazioni su internet su come usare le armi da fuoco e aveva iniziato ad avere contatti con un connazionale già espulso per motivi di sicurezza dall’Italia. Il giovane, inoltre, avrebbe confidato alla madre di voler andare in Palestina "a morire" dicendo anche di volersi fare "esplodere". Infine, avrebbe anche condiviso sui social contenuti che incentivano alla partecipazione alla Jihad islamica e inneggiano al martirio.
Il 28enne si definiva l’incarnazione del messaggero “Al Mahdi”
Gli investigatori avevano notato che, soprattutto in seguito all'aggravarsi della crisi mediorientale, i post del 28enne si facevano sempre più di stampo anti-occidentale, arrivando anche a minacciare atti di violenza contro coloro i quali “si allontanano dalla strada di Allah”. Il giovane, che lavora come mediatore culturale presso alcune Comunità di accoglienza per stranieri, si definiva "musulmano osservante e un mujahid (combattente)”.
Una radicalizzazione che avrebbe portato il 28enne a dichiararsi disposto ad abbracciare la Jihad e morire per difendere la propria fede. Lui stesso, poi, sosteneva di essere l’incarnazione del messaggero “Al Mahdi”, il messia islamico che nella tradizione è destinato a restaurare la religione e la giustizia prima della fine del mondo.