Arrestato per traffico di droga il procuratore capo degli arbitri italiani Rosario D’Onofrio
Tra gli arrestati dei giorni scorsi per traffico internazionale di droga ci sarebbe anche il procuratore capo dell’Aia (associazione italiana arbitri), Rosario D’Onofrio.
Anche lui sarebbe finito nel mirino delle indagini della Guardia di Finanza e della Direzione distrettuale antimafia di Milano che hanno svelato un traffico di droga che usciva anche dai confini nazionali.
L'operazione anti droga
Tutto questo è emerso dall'inchiesta Madera, un'operazione anti droga dei finanzieri del Comando provinciale di Milano, coordinata dai pm Rosario Ferracane e Sara Ombra della Direzione distrettuale antimafia, che ha portato a 42 ordini di custodia cautelare, di cui 26 in carcere.
Tra i 42 arrestati c'è anche Giovanni Tilleni: un dipendente 45enne di un'agenzia di pompe funebri che in chat privata nelle prime settimane di pandemia si vantava che il suo carro funebre non veniva mai fermato per i controlli. Così riusciva a trafficare droga.
D’Onofrio alla guida della Procura arbitrale
Ora è stato svelato anche il nome di Rosario D’Onofrio. Così già nella giornata di oggi sabato 12 novembre i vertici dell'associazione italiana arbitri hanno provveduto con le sue dimissioni.
D’Onofrio era stato scelto per la guida della Procura arbitrale con la nuova gestione, ma lo scorso 28 ottobre era stato deferito dalla Procura Figc. Non si sarebbe provveduto all'apertura di un formale procedimento disciplinare dopo la denuncia dell’ex assistente di Avalos: questo contestava l’attribuzione di diversi voti.
Qualche giorno dopo arriva anche la notizia dell'arresto per droga: D’Onofrio – come riporta La Gazzetta dello Sport – avrebbe avuto un ruolo nel traffico di droga che ha visto coinvolti italiani, albanesi e spagnoli.
Questi avrebbero introdotto in Lombardia oltre sei tonnellate di marijuana e hashish. Durante l’operazione della Guardia di Finanza si è provveduto al sequestro di quasi mezza tonnellata di droga.