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Arrestato per sfruttamento della prostituzione minorile Graziano Rigamonti, cantante dei Blues Brothers italiani

Il barista e cantante dei Blues Brothers italiani Graziano Rigamonti è stato arrestato per sfruttamento della prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico. Il 34enne era già ai domiciliari perché indagato per presunta violenza sessuale nei confronti di una 17enne.
A cura di Enrico Spaccini
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Graziano Rigamonti nei panni di John Belushi di The Blues Brothers (foto da Facebook)
Graziano Rigamonti nei panni di John Belushi di The Blues Brothers (foto da Facebook)

Graziano Rigamonti, barista e cantante della ‘Italian Blues Brothers Band', è stato arrestato per prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico e condotto nel carcere di Monza. Il 34enne di Besana Brianza, che già si trovava agli arresti domiciliari perché indagato per presunta violenza sessuale ai danni di una 17enne, secondo i carabinieri di Lecco avrebbe avviato un giro di prostituzione nel quale sarebbero coinvolte vittime minorenni di entrambi i sessi.

L'indagine per la presunta violenza sessuale di agosto

Fino a qualche giorno fa Rigamonti gestiva il Bar dello Zoo a Brivio, nel Lecchese, ed era conosciuto per essere il cantante della ‘Italian Blues Brothers Band‘: il gruppo creato in Brianza in onore del cult cinematografico del 1980 girato da John Landis. Le saracinesche del locale, però, sono state abbassate quando i carabinieri di Merate, in esecuzione di un’ordinanza cautelare, hanno posto il 34enne agli arresti domiciliari. Secondo i carabinieri, infatti, lo scorso agosto Rigamonti avrebbe abusato di una 17enne proprio nel suo bar.

Ora, però, il 34enne è stato portato in carcere. Gli investigatori della Dda, approfondendo le indagini in merito alla presunta violenza sessuale, hanno scoperto nei dispositivi del 34enne immagini e video "ritraenti gli incontri sessuali che quest’ultimo promuoveva con minorenni da lui reclutati, sia nella provincia di Lecco, che in quella di Milano".

Il giro di prostituzione e il tariffario

Tra il materiale sequestrato durante le indagini, inoltre, sarebbe stato trovato un "tariffario delle prestazioni sessuali offerte". In pratica, secondo gli investigatori, Rigamonti organizzava incontri a luci rosse con minorenni offrendo un tariffario per soddisfare suoi "clienti".

Alle ragazzine e ai ragazzini che reclutava, inoltre, avrebbe procurato documenti falsi da esibire al momento dell’ingresso negli alberghi delle province di Milano e Lecco nei quali sarebbero avvenuti gli incontri, oltre che ceduto stupefacenti. Rigamonti, quindi, è stato condotto nel carcere di Monza con le accuse di sfruttamento della prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico.

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