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Arrestato lo “Scarface di Citylife”: risulta nullatenente ma viveva in un attico grazie alle truffe

W.A.C., detto “Scarface”, è stato arrestato dalla guardia di finanza che ha eseguito tre misure di custodia cautelare nei suoi confronti, una delle quali in carcere. L’uomo è accusato di aver truffato una sessantina di persone. Agli occhi del Fisco, risultava nullatenente, ma fino a pochi giorni fa ha vissuto in un attico a Citylife, dove è stato ammanettato.
A cura di Filippo M. Capra
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Risulta nullatenente ma viveva in un attico di Citylife, uno dei quartieri più ricchi di Milano. W.A.C., in quell'appartamento, gestiva i suoi affari, per lo più truffe. Il modus operandi era semplice: acquistava ingenti quantità di prodotti, da quelli alimentari all'erba sintetica fino ai materiali edili, per poi rivenderli in nero, oppure all'ingrosso. Una volta intascati i soldi, però, non pagava i fornitori. Agli occhi del Fisco risultava nullatenente, eppure oltre all'attico a Citylife possiede anche tre auto di lusso e mobili di pregio.

Lo Scarface di Citylife che ha truffato oltre 60 persone

La guardia di finanza l'ha arrestato a casa sua, eseguendo tre misure di custodia cautelare, delle quali una agli arresti domiciliari, una in carcere e una con obbligo di firma. Secondo quanto emerso dalle indagini delle fiamme gialle, l'indagato, detto "Scarface" e considerato vicino al clan mafioso Mazzei, aveva aperto oltre 20 società delle quali 5 in Veneto. I finanzieri, dopo il suo arresto, hanno proceduto alla perquisizione di ulteriori tredici persone e al sequestro di beni per un valore totale di 1,3 milioni di euro. Per le fiamme gialle, l'arrestato era riuscito a organizzare attraverso alcuni prestanome dodici imprese edili che si dedicavano alla compravendita di materiali di ogni tipo. Una volta acquisiti, questi venivano depositati in capannoni del Padovano prima di essere venduti a terzi. Inoltre, "Scarface" si appoggiava ad un ragioniere per modificare i bilanci delle aziende e farli risultare assolutamente in regole. In questo modo convinceva i fornitori della sua buona fede e reputazione. Purtroppo, però, sono circa 60 le persone cadute in trappola nelle sue truffe che non sono mai state pagate. Le 13 persone perquisite sono indagate per associazione per delinquere finalizzata alla truffa.

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