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Arrestato in Nepal per furto di reperti, Tiziano Ronchi chiede il rimpatrio: “Non esistono prove”

Il docente bresciano Tiziano Ronchi è trattenuto da un mese in Nepal. È accusato di aver trafugato reperti archeologici, ma lui ha sempre negato. Domani dovrebbe parlare al Tribunale di Kathmandu che dovrà decidere sul suo rimpatrio.
A cura di Enrico Spaccini
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Tiziano Ronchi (foto da Facebook)
Tiziano Ronchi (foto da Facebook)

Il docente dell'Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia, Tiziano Ronchi, è trattenuto da un mese in Nepal. Arrivato nel Paese asiatico a fine gennaio, avrebbe dovuto ripartire per la sua Sarezzo il 6 marzo. Il giorno prima della partenza, però, è stato bloccato perché accusato di aver "trafugato dei reperti archeologici" da un tempio sacro. Per questo motivo è stato arrestato, portato in carcere e infine liberato su cauzione. Tuttavia, non può ancora rientrare in Italia. Deve attendere che il Tribunale di Kathmandu si pronunci in merito. Una probabile decisione è attesa per domani, venerdì 7 aprile, quando dovrebbe parlare la difesa del docente bresciano che assicura: "Non esistono prove di quanto affermato da chi mi accusa".

Il processo al Tribunale di Kathmandu

Ieri, mercoledì 5 aprile, si è tenuta la prima udienza del processo a carico del docente bresciano di 27 anni. L'accusa ha ribadito la sua posizione, ritenendolo colpevole di aver tentato di rubare un frammento di legno, considerato reperto archeologico, da un tempio sacro e di essere entrato nella città di Bhaktapur senza pagare il biglietto, obbligatorio per turisti e visitatori, di 10 dollari.

Secondo la difesa, che domani dovrebbe parlare per la prima volta in via ufficiale, Ronchi avrebbe semplicemente trovato dei cocci a terra fuori da un tempio di Taleju, nella zona di Durbar e Bhaktapur. Avrebbe raccolto questi cocci e, dopo il richiamo di un uomo del posto, li avrebbe lasciati a terra. Tanto che, al momento della perquisizione effettuata al momento dell'arresto, non aveva nulla addosso.

"Stiamo pianificando la modalità per smontare le accuse"

Lo scorso 22 marzo, dopo aver trascorso qualche giorno nella stazione di polizia e altri in una clinica ospedaliera in seguito a una crisi, Ronchi è stato liberato su cauzione. Nei suoi confronti, però, è in corso un processo e quindi non può lasciare il Nepal fino a che il Tribunale non avrà giudicato in merito. A difenderlo c'è un team di legali messo a disposizione dall'ambasciata italiana.

"Abbiamo avuto un incontro con la console onoraria e l’avvocato, con cui stiamo pianificando la modalità migliore per smontare le accuse" ha spiegato Ronchi. Da qualche giorno con il 27enne c'è il padre Fausto. In attesa di poter chiarire la sua posizione in Tribunale, il docente ha ribadito che "non esistono prove di quanto affermato dalla parte che mi accusa", affermando di essere in possesso di "elementi che provano la mia innocenza, io non ho fatto alcun atto oltraggioso".

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