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Il mandante dell’incendio a Milano in cui morirono tre ragazzi: “Chiamo il Pazzo, lui gli darà fuoco”

All’orgine del rogo appiccato il 12 settembre in via Ermenegildo Cantoni a Milano ci sarebbe un debito da 50mila euro. Il mandante dell’incendio intercettato dai carabinieri: “Si sono meritati l’incendio. Ha i soldi e non li vuole dare, è molto tirchio”
A cura di Francesca Del Boca
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"Se non me li salda i soldi, gli darò fuoco, lo farò… chiamerò il Pazzo". Il debito da saldare è quello di circa 50mila euro. Mentre a parlare è il mandante dell'incendio appiccato la notte del 12 settembre nel magazzino di via Ermenegildo Cantoni a Milano, zona Certosa, in cui hanno perso la vita il 24enne An Pan, il 17enne Yinjie Liu e la sorella 18enne Yindan Dong che dormivano al piano terra.

Il presunto esecutore materiale del rogo, "il Pazzo" Washi Laroo, 26enne olandese di origini nordafricane, è stato rintracciato in Olanda e arrestato dai carabinieri. Con lui sono stati fermati dagli investigatori della Quinta sezione del nucleo investigativo di Milano e dai colleghi della compagnia Porta Magenta altri due uomini, di nazionalità cinese: si tratta dello stesso mandante Yijie Yao, 34 anni, e Bing Zhou, 40 anni, ritenuti l'uno l'ideatore del rogo di via Cantoni e l'altro un favoreggiatore.

"Ha i soldi e non li vuole dare, vuole fare il cafone. Hai capito, vuole fare il cafone", le parole di Yijie Yao, intercettato dai militari all'indomani della tragedia, a proposito del titolare del magazzino di via Cantoni. "Il suo locale è stato incendiato, tutti noi del settore siamo contenti… Se l'è meritato, naturalmente. Lui è molto cattivo, è noto nel nostro settore di ristrutturazione, è molto tirchio”.

Il titolare e la moglie, nei giorni precedenti al rogo, erano del resto già stati vittima di estorsione. Minacce per strada con il coltello, richieste di denaro (almeno 20mila euro). "Si è meritato l'incendio, veramente non è umano. Lui ha i debiti dei compensi in giro che non riesce più a calcolare. Quelle persone che hanno lavorato una settimana o dieci giorni per lui, lui non li pagherà più. In un ristorante ad Udine, dopo che ha finito il lavoro e hanno fatto i conti, doveva dare più di 40mila euro…", sempre le parole del 34enne fermato. E, a proposito delle tre giovanissime vittime, trovate riverse a terra nel tentativo disperato di fuggire dal fumo e dalle fiamme. "Come mai le persone non riuscivano a scappare? Non mi frega… Sicuramente perché la porta era chiusa con la chiave, hai capito? Erano chiusi dentro".

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