Arrestato Andrea Beretta, il capo ultrà della Curva Nord dell’Inter: ha violato il Daspo
Ai giudici aveva detto di aver violato il Daspo sono perché aveva "necessità di tenere sotto controllo alcune situazioni". Martedì scorso, 20 dicembre, Andrea Beretta è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Pioltello, dove risiede. Per gli inquirenti, il 47enne avrebbe violato il divieto di accedere alle manifestazioni sportive troppe volte. Già sotto sorveglianza speciale per un anno e mezzo da novembre per la sua "grave pericolosità sociale", ora dovrà restare ai domiciliari per sei mesi.
Una condanna definitiva che si basa su quel Daspo dalla durata di 10 anni rimediato in seguito agli scontri di cui si era reso protagonista prima del fischio iniziale di Inter-Roma del 26 febbraio del 2017. Quel provvedimento, spesso non rispettato, si è aggravato dopo la violazione registrata dalle forze dell'ordine il 26 ottobre del 2019, giorno in cui si giocava Inter-Parma.
L'aggressione al bagarino e la sorveglianza speciale
Uno degli ultimi episodi segnalati risale al 16 febbraio scorso. Beretta aveva minacciato un bagarino fuori da San Siro e lo aveva colpito "con calci e pugni" gridando: "Noi siamo della curva, qua i napoletani non li vogliamo". Per quel fatto è accusato di lesioni e violenza privata, con l'aggravante dell'odio "razziale-regionale".
Lo scorso novembre era stata disposta nei suoi confronti la sorveglianza speciale per un anno e mezzo. Una misura richiesta dalla Questura di Milano per via della sua "grave pericolosità sociale" e i suoi precedenti, tra i quali "furto, rapina, sequestro di persona, droga, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni e minacce". Al capo ultrà interista in quell'occasione era stato imposto anche il divieto di dimora a Milano.