Arrestate 4 persone per l’omicidio di Enore Saccò: avevano dato fuoco alla sua casa dopo averlo ucciso
Quattro persone sono state arrestate per l'omicidio di Enore Saccò, l'ex tipografo trovato senza vita all'interno della sua casa incendiata lo scorso 15 febbraio a Bressana Bottarone, in provincia di Pavia. Il corpo del 75enne era quasi irriconoscibile. I vigili del fuoco lo avevano scoperto per caso durante un sopralluogo quando ormai le fiamme erano estinte. Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla pm Giuliana Rizza, Saccò era stato ucciso nella tarda serata del 12 febbraio al culmine di una lite per motivi economici. Nel tentativo di nascondere ogni evidenza, i responsabili della morte del 75enne avevano dato fuoco alla sua villetta.
La lite per questioni economiche
Del caso se ne sono occupati i carabinieri del Nucleo investigativo di Pavia e della Compagnia di Stradella, che nell'ultimo mese hanno eseguito perquisizioni e intercettazioni. Saccò aveva lavorato per anni come tipografo prima di andare in pensione. Rimasto ormai vedovo, viveva da solo in quella villetta.
Non aveva precedenti penali e nemmeno particolari difficoltà economiche. Al contrario, il 75enne possedeva diversi immobili che era solito affittare per assicurarsi entrate extra. Il delitto sarebbe maturato proprio in seguito a una discussione nata con alcuni affittuari.
L'omicidio di Saccò e l'incendio della villetta
La sera del 12 febbraio quattro uomini, un 35enne, un 40enne, un 25enne e un 30enne, si sono presentati alla villetta di Saccò a Bressana Bottarone. Avevano iniziato a discutere e la lite sarebbe culminata con l'aggressione e la morte del 75enne. Dopo l'omicidio, i quattro avrebbero provato a portare via il corpo senza vita caricandolo sul suo furgone, senza però riuscirci.
Così avrebbero deciso di dare fuoco all'abitazione, nel tentativo di bruciare ogni prova che potesse ricondurre a loro. Il furgone di Saccò era stato, poi, ritrovato tre giorni dopo sulla riva di un torrente non molto lontano. Al suo interno non c'era nulla di rilevante, se non alcune macchie di sangue.
Inoltre, nei giorni seguenti i quattro avrebbero provato a disfarsi dei vestiti indossati il giorno dell'omicidio, ma sono stati ritrovati dagli inquirenti. Infine, le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza e i contributi dei testimoni hanno permesso di risalire alle identità dei quattro sospettati. Gli interrogatori nei loro confronti sono durati fino a tarda notte di martedì 12 marzo, dopodiché i carabinieri li hanno fermati e condotti nelle carceri di Pavia e di Voghera.