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Arianna Zardi trovata morta a 25 anni, la procura vuole chiudere anche la terza indagine: non ha portato a nulla

Dopo sei mesi di indagine, anche il terzo fascicolo sulla morte di Arianna Zardi sembra destinato all’archiviazione. Così resta senza spiegazione la morte di una ragazza di 25 anni, avvenuta nel 2001 in provincia di Cremona.
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Dopo 23 anni dal ritrovamento del corpo senza vita di Arianna Zardi, 25enne della provincia di Cremona, la procura ha provato a riaprire il caso e interrogare nuovamente i testimoni. Ma dopo sei mesi di nuove indagini, il pm ha richiesto l'archiviazione del fascicolo aperto, a suo tempo, a carico di ignoti con l'ipotesi di reato di omicidio. Non sarebbe quindi emerso nulla di nuovo, tale da iscrivere qualcuno nel registro degli indagati. E così la morte della ragazza, studentessa di Teologia a Brescia e molto vicina alla comunità dei Testimoni di Geova, rischia di restare senza una spiegazione.

La morte di Arianna Zardi

Il 30 settembre del 2001 Arianna Zardi è uscita di casa a Casalbellotto, in provincia di Cremona, intorno alle 13 e da quel momento è scomparsa. Il 2 ottobre gli zii hanno trovato il suo cadavere sotto un ponticello di Torricella del Pizzo. Da un lato l'ipotesi è quella del suicidio o dell'incidente, dall'altro alcuni elementi lasciano ipotizzare una morte violenta. In particolare il cadavere della ragazza è stato trovato supino e a una distanza di cinque-sei metri dall'ipotetico punto di caduta.

Potrebbe aver provato a rialzarsi e chiedere aiuto dopo la caduta, ma l'autopsia ha rivelato una frattura al cranio, alle spalle, al bacino e al metacarpo della mano destra e quindi è difficile credere che una persona con quei traumi sia stata in grado di alzarsi in piedi e camminare anche solo per pochi metri. Inoltre sono stati trovati sui suoi pantaloni segni di pneumatici e sui suoi slip e trovate tracce di Dna di un soggetto di sesso maschile.

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Le indagini nel corso degli anni

All'epoca le indagini, avviate dalla procura di Cremona, si conclusero con la richiesta di archiviazione: per gli inquirenti era stata "una disgrazia". Quella domenica Zardi aveva infatti preso la corriera per andare a Cingia de' Botti, sempre in provincia di Cremona, dal fidanzato, con cui pare stesse interrompendo la relazione. Non avendolo trovato in casa e visto che questo non gli rispondeva né al telefono né ai messaggi, lei si incamminò a piedi verso casa: a quell'ora, infatti, non passavano più autobus che potessero riportarla a casa. La ricostruzione fu che, durante il tragitto, ebbe un malore o decise di suicidarsi.

Una ricostruzione che, però, non ha mai convinto la famiglia, che per questo non ha mai smesso di lottare per sapere la verità, anche tramite un appello su Fanpage.it. Così nel 2016 il caso viene riaperto e il cadavere viene riesumato. Non solo: tutti i conoscenti della ragazza sono stati sottoposti al test del Dna per confrontarlo con quello trovato sugli slip della giovane. Ma anche quell'indagine scientifica non ha portato a nessuno risultato. E così la procura ha nuovamente archiviato il caso.

Chiesta di nuovo l'archiviazione

A ottobre del 2023 le indagini sono ripartite per volere del giudice per le indagini preliminari di Cremona: questi ha disposto che la procura ascoltasse di nuovo le ultime persone che l'avevano vista in vita, in particolare un gruppo di minorenni, uno dei quali era anche già stato indagato a suo tempo. Ora, però, dopo più di sei mesi di indagini, il pm chiede di nuovo l'archiviazione del caso: anche i nuovi accertamenti sembrerebbero non avere portato a nulla.

"Leggeremo gli atti e valuteremo se opporci alla richiesta di archiviazione", ha commentato al quotidiano La Provincia di Cremona, l'avvocata della famiglia Zardi, Giovanni Bertoletti. "Resta un velo di tristezza. Tutti hanno sempre operato al meglio, ma è passato troppo tempo".

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