Archiviazione su morti al Trivulzio, i parenti: “Sarebbe ingiustizia, chiederemo imputazione coatta”
"Rappresenterebbe un fallimento nella ricerca della verità e sancirebbe l'ingiustizia": con queste parole Alessandro Azzoni, presidente dell'associazione Felicita, nata dal comitato vittime del Pio Albergo Trivulzio, commentano la richiesta di archiviazione della Procura di Milano relativa alle indagini sui contagi e i morti di coronavirus avvenuti nella primavera del 2020 nella Residenza sanitaria assistenziale. I famigliari hanno affermato che presenteranno opposizione e chiederanno al giudice per le indagini preliminari di valutare "l'imputazione coatta" per quei reati che erano stati ipotizzati.
Le ipotesi di reato
Dalle indagini per epidemia colposa, svolta dai pubblici ministeri Mauro Clerici e Francesco De Tommasi, coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, era emerso che tra gennaio e aprile del 2020 circa una persona su tre, ospite del Pat, era deceduto a causa del virus. Nello stesso periodo si era inoltre registrato un tasso di mortalità del 40 per cento più alto rispetto al passato. In particolare a determinare l'aumento dei decessi sarebbe stata la mancanza di dispositivi di sicurezza individuali tra il personale. A essere indagato con l'accusa di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo è stato il direttore generale della struttura, Giuseppe Calicchio, per il quale adesso si chiede l'archiviazione. Stessa misura richiesta anche per altri procedimenti simili che riguardano altre otto Rsa di Milano.
Azzoni: Rifiutiamo di non sapere chi è responsabile della strage di innocenti
Secondo però Azzoni, dalla lettura della richiesta di archiviazione emergerebbero gravi carenze nella gestione dell'epidemia da parte della direzione del Trivulzio. Queste carenze avrebbero riguardato l'adozione delle misure necessarie per evitare il diffondersi del contagio, ma anche la sottovalutazione del rischio da parte dei vertici: "Addirittura un atteggiamento – continua il presidente – volto a nascondere e occultare le difficoltà piuttosto che a risolverle". A fronte della richiesta di archiviazione, i famigliari si chiedono chi è quindi responsabile della strage registrata tra gli ospiti delle Rsa: "Oggi noi parenti rifiutiamo di non ricevere risposta a questa fondamentale domanda di giustizia. Non possiamo accettare che questa verità storica non passi attraverso il dovuto vaglio giuridico".