Apre una scuola di arabo a Busto Arsizio: è polemica tra insegnanti ed eurodeputata della Lega
Alcuni giorni fa in corso Italia a Busto Arsizio (in provincia di Varese) è apparsa una scuola di lingua araba nei locali dell'ex pizzeria Ciclope. Aperta da un'associazione islamica, secondo le volontarie del Progetto ‘Donne e minori' che difendono l'iniziativa, come Cinzia Berutti che è anche consigliera comunale Pd, rafforzando la conoscenza della lingua araba si facilita agli stranieri già presenti sul territorio l'apprendimento dell'italiano necessario per richiedere sia il permesso di soggiorno prolungato sia la cittadinanza italiana.
Non tutti, però, sarebbero d'accordo con questa lettura. Isabella Tovaglieri, europarlamentare leghista di Busto Arsizio, ha infatti manifestato le proprie perplessità affermando che secondo lei sarebbe stata più utile "una scuola di italiano per le tantissime donne musulmane che vivono isolate dalla società", augurandosi che quei locali non diventino una "moschea mascherata".
Tovaglieri: "L'integrazione passa inevitabilmente dalla comprensione dell'italiano"
Secondo Tovaglieri, una "scuola araba" come quella aperta in corso Italia solleverebbe "interrogativi sulla volontà di favorire un’integrazione davvero efficace". L'europarlamentare leghista, infatti, sostiene che questa deve "inevitabilmente passare attraverso la comprensione dell’italiano da parte degli stranieri e non viceversa".
Tovaglieri dice di riferirsi in particolare alle "tantissime donne che vivono spesso in contesti di isolamento sociale, e che sono costrette a dipendere dai figli che frequentano le nostre scuole dell’obbligo". Ma quello che si augura soprattutto l'europarlamentare è che questo nuovo centro culturale non si trasformi "nel tempo in luogo di culto mascherato".
La lettera aperta delle volontarie
Alle critiche mosse dall'europarlamentare di Busto Arsizio hanno risposto le volontarie del Progetto attraverso una lettera aperta. In questo documento, non si nega la necessità dell'apprendimento e della comprensione dell'italiano, anzi viene citato il Decreto Sicurezza e Immigrazione del 2018 voluto con forza anche da Matteo Salvini nel quale viene posta come condizione necessaria per l'ottenimento della cittadinanza italiana il superamento di "un esame di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello B1".
Tuttavia, pur appunto ribadendo l'importanza della conoscenza dell'italiano, le volontarie sottolineano quello che molti linguisti ormai ripetono da anni: "L'apprendimento di una seconda lingua si realizza attraverso la padronanza dei meccanismi della nostra lingua ‘nativa'".
Già 27 donne sono iscritte alla scuola per imparare l'italiano del Progetto ‘Donne e minori' che, tra le altre cose, organizza anche "attività che coinvolgono le mamme straniere e gli studenti dell’Istituto in uno scambio intergenerazionale, consapevoli che ciascuno è chiamato a sentirsi protagonista, valorizzando la bellezza e gestendo le fatiche della relazione".