Approvata la riforma della sanità in Lombardia, maggioranza e opposizione divise su tutto
Il consiglio regionale ha dato il via libera, con 48 voti a favore e 26 contrari, alla nuova riforma della sanità lombarda e ai suoi 35 articoli. Il provvedimento modifica la legge 33 del 2009, ed era entrato nell'aula di Palazzo Pirelli il 10 novembre come progetto di legge. Al semaforo verde finale si è arrivati dopo 16 giorni di lavori per un totale di oltre 116 ore, con sedute notturne e, per la prima volta nella storia di Regione Lombardia, anche una seduta domenicale. Sono stati votati 942 emendamenti e 929 ordini del giorno. Favorevoli al testo Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Noi con l'Italia, Lombardia Ideale, e Polo di Lombardia, contrarie le minoranze di Pd, M5s, +Europa, Lce e Azione.
Maggioranza compatta nell'approvare il testo
Il relatore e presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti della Lega ha affermato nel suo intervento conclusivo in aula: "I principali obiettivi della legge sono potenziare il servizio sanitario regionale in particolare per la medicina territoriale, la prevenzione e l’Assistenza Domiciliare Integrata (Adi); precisare le competenze dei diversi soggetti interessati (Ats, Asst, Assessorato e Direzione generale), istituire Distretti, Case di Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali, oltre a consentire nuove assunzioni di personale medico e infermieristico con l’introduzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia". Per il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi, quello approvato oggi è "un programma ambizioso e di alto livello, realizzabile anche grazie ai fondi del Pnrr che siamo riusciti a intercettare nonostante l’ostruzionismo di qualche consigliere di opposizione. La nuova riforma sanitaria esce dall’aula e si appresta a diventare realtà".
Il voto contrario delle opposizioni: "Occasione persa per i fondi del Pnrr"
Le opposizioni hanno votato contro e hanno rimarcato come da parte della maggioranza non ci sia stata nessuna volontà di confrontarsi e di valutare le loro proposte, rimanendo fermi di fatto sulle indicazioni della giunta regionale. Nei giorni scorsi sono state diverse le iniziative delle forze di minoranza contro quanto proposto, oltre a denunciare a un certo punto, durante la seduta domenicale, anche il mancato numero legale, per loro sintomo del disinteresse della maggioranza verso una reale discussione nel merito della riforma. La seduta del Consiglio si era aperta già questa mattina con una protesta del Pd e degli altri gruppi di centrosinistra per la scelta, comunicata in aula dal Emanuele Monti, "di non prendere nemmeno in considerazione gli ordini del giorno dell’opposizione di carattere territoriale" affermava il capogruppo Fabio Pizzul del Pd, che ha così motivato il no del Pd: "Non risolve i problemi ormai cronici di una macchina sanitaria troppo ingarbugliata e farraginosa, dimenticandosi dei problemi reali dei cittadini lombardi e distruggendo una storica cultura della cura autenticamente lombarda".
Le risorse a disposizione
Per Regione Lombardia le previsioni del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (Pnrr) permettono di prevedere 203 Case della Comunità, 60 Ospedali di Comunità e 101 Centrali Operative Territoriali con investimenti per oltre 300 milioni per le Case della Comunità, oltre 150 milioni per gli Ospedali di Comunità e 17,8 milioni per le Centrali Operative Territoriali. Altri 85 milioni di fondi regionali verranno destinati per il Centro per la prevenzione delle malattie infettive. Complessivamente quindi, comprese anche le risorse regionali al potenziamento della rete di offerta, vengono destinati 1 miliardo e 350 milioni di fondi per l’edilizia sanitaria. I costi del personale a regime sono così stimati in 17 milioni 800 mila euro nel 2022, 28 milioni 700 mila euro nel 2023 e 29 milioni 700 mila euro nel 2024. Viene inoltre istituito il Fondo regionale per la telemedicina con 5 milioni.
Moratti: Una legge di respiro internazionale
La vicepresidente e assessora al welfare Letizia Moratti ha parlato di "una legge di respiro nazionale e internazionale, rispettando i principi ispiratori del Pnrr, prima Regione italiana a farlo" partendo dall’approccio One health, "finalizzato ad assicurare globalmente la protezione e la promozione della salute, tenendo conto della stretta relazione tra la salute umana, la salute degli animali e l’ambiente". La vicepresidente ha sottolineato una particolare attenzione alla disabilità: "Al fine di rendere il più possibile inclusivo questo importante aspetto, si è deciso di trovare uno spazio ad hoc all’interno delle strutture sanitarie e sociosanitarie, di percorsi di accoglienza per l’assistenza medica avanzata e la cura delle persone con disabilità preferibilmente attraverso modelli organizzativi già consolidati per offrire il più possibile un servizio di elevata competenza e professionalità in materia". Moratti ha definito "imprescindibile" la creazione "di una rete regionale della ricerca, della ricerca biomedica e dell’innovazione nelle scienze della vita avvalendosi anche delle competenze del cluster tecnologico regionale dedicato". Oltre al potenziamento della Telemedicina e al fatto che verrà anche rafforzato il ruolo dei sindaci. Il presidente della Regione Attilio Fontana, ha precisato: "La pandemia ha rafforzato la necessità di quel cambio di paradigma che già la ‘Legge 23' aveva evidenziato e provato ad attuare, ma che a causa della carenza di risorse statali si era riusciti a realizzare in parte: passare dalla ‘cura' al ‘prendersi cura'".