video suggerito
video suggerito

Appalti truccati, quattro dipendenti pubblici e un imprenditore arrestati per corruzione

Blitz della Guardia di Finanza in Brianza e a Milano: quattro dipendenti comunali e un imprenditore sono stati arrestati con l’accusa di corruzione, falso e turbativa d’asta.
A cura di Giorgia Venturini
217 CONDIVISIONI
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Quattro dipendenti pubblici e un imprenditore residente in Brianza e a Milano sono stati arrestati con l'accusa di corruzione, falso e turbativa d'asta. Tre in tutto le aziende sequestrate e altri beni dal valore di 260mila euro. Stando alle indagini della Guardia di Finanza e della Procura di Monza, le tre aziende si sono illecitamente aggiudicate appalti e affidamenti dei servizi. Nel dettaglio, come riporta in una nota la Procura, "una serie di condotte finalizzate all'illecita aggiudicazione di appalti ad evidenza pubblica ed affidamenti diretti in comuni come Desio, Biassono e Pessano con Bornago, che sarebbero state poste in essere, tra il 2019 e il 2021, da un imprenditore residente in Brianza, amministratore di tre società nel settore dei servizi di pulizia e manutenzione di aree verdi, utilizzate a ‘giro' per partecipare a gare pubbliche in diversi comuni prevalentemente brianzoli con l'obiettivo di aggirare formalmente il principio di rotazione degli affidamenti, anche grazie ad uno stabile asservimento di pubblici ufficiali infedeli". Alla conclusione delle indagini le persone coinvolte sono dodici.

Come venivano truccati gli appalti

La società dell'imprenditore si è guadagnato appalti per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro: le gare erano state indetta da una azienda a partecipazione pubblica monzese e da quattro enti pubblici locali, di cui tre del territorio di Monza e Brianza e uno della provincia di Milano. I magistrati spiegano che "sulla base degli elementi raccolti i pubblici ufficiali indagati avrebbero ricevuto in corrispettivo dall'imprenditore somme di denaro, anche in più tranche (variabili tra i mille e i 12mila euro, a volte occultate nei cesti natalizi), buoni benzina e altre utilità". Per gli inquirenti e i militari delle Fiamme Gialle gli appalti sarebbero stati modificati per avvantaggiare le aziende ora sequestrate e ora affidate a un amministratore giudiziario nominato dall'autorità giudiziaria. Chi gestiva le gare comunicava all'imprenditore indagato "le condizioni tecniche contenute nel capitolato, i tempi di apertura e chiusura dei procedimenti di affidamento, i nominativi dei concorrenti da avvicinare al fine di stabilire i ribassi da offrire".

217 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views