Aperta inchiesta per istigazione al suicidio su Giovanna Pedretti: la Procura indaga sulla recensione
Si indaga per istigazione al suicidio per la ristoratrice Giovanna Pedretti, 59anni, morta suicida a Lodi dopo la recensione online sul suo locale. I carabinieri sono al lavoro per risalire al proprietario del computer o dello smartphone dal quale è partita la recensione di un cliente della pizzeria Le Vignole di Sant'Angelo Lodigiano che si sarebbe lamentato per aver mangiato nel locale con a fianco due gay e un ragazzo disabile. A quel messaggio la proprietaria aveva risposto invitando quel cliente dal pessimo commento a non tornare più. Solo pochi giorni dopo Giovanna Pedretti era stata accusata sui social di aver inventato tutto solo per farsi pubblicità.
Perché l'accusa di istigazione al suicidio
I militari chiederanno a Google una risposta per chiarire ogni dubbio – la donna non ha lasciato biglietti di addio – nell'inchiesta della Procura di Lodi che ora procede per istigazione al suicidio: l'ipotesi permetterà oggi e nei prossimi giorni gli approfondimenti gli accertamenti tecnici necessari. Così come resta ancora da capire perché la donna si sia tolta la vita e cosa sia successo: il suo corpo è stato trovato nel Lambro, a due passi da casa. Gli inquirenti hanno pochi dubbi sull'ipotesi del gesto estremo.
Fondamentali potranno comunque essere per le indagini saranno anche i risultati dei medici legali che eseguiranno l'autopsia e gli esami tossicologici previsti per mercoledì e giovedì. Nel mirino degli inquirenti c'è comunque la ricostruzione di quanto accaduto sui social: la pressione mediatica e social potrebbe aver influito sulla tragica decisione finale, e quanto possa pesare il quadro familiare della donna, che proprio 13 anni fa aveva perso un fratello nello stesso modo.
La polemica social prima del suicidio
La pressione mediatica è iniziata lo scorso 11 gennaio quando sulla pagina Facebook della pizzeria Le Vignole un cliente aveva lasciato un post: "Mi hanno messo – si legge sulla pagina del ristorante – a mangiare di fianco a dei gay, non mi sono accorto subito perché sono stati composti. C'era anche un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà… mi spiace ma non mi sono sentito a mio agio. Peccato perché la pizza era eccellente e il dolce ottimo, ma non andrò più".
Poco dopo Giovanna Pedretti, titolare nel locale insieme al marito Nello D'Avino, aveva così risposto al cliente: "Il nostro locale è aperto a tutti e i requisiti che chiediamo ai clienti sono l‘educazione e il rispetto verso l'altro", scrive. "A fronte di queste bassezze umane e di pessimo gusto, credo che il nostro locale non faccia per lei. Noi non selezioniamo i clienti in base ai loro gusti sessuali, men che meno sulla disabilità". Uno scambio di messaggi che qualcuno ha messo in dubbio. Saranno le indagini a fare tutti gli accertamenti del caso e verificare se questa polemica social possa essere stata la causa del gesto estremo della ristoratrice.