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Aorta toracica sostituita a paziente con malattia rara: l’intervento al Papa Giovanni di Bergamo

All’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è stato eseguito un raro e complesso intervento chirurgico di sostituzione dell’aorta toracica su un paziente affetto da una rara patologia vascolare. L’operazione è durata cinque ore, con l’utilizzo di una tecnica chirurgica d’avanguardia. Fa il suo esordio il nuovo Aortic Team multisciplinare dell’ospedale bergamasco, il primo in Italia di questo genere.
A cura di Redazione Milano
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Da sinistra, Stefano Pirrelli e Samule Bichi (con la penna in mano) mentre studiano l'intervento.
Da sinistra, Stefano Pirrelli e Samule Bichi (con la penna in mano) mentre studiano l'intervento.

All'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è stato eseguito un raro e complesso intervento chirurgico di sostituzione dell’aorta toracica su un paziente affetto da una rara patologia vascolare. L'operazione è durata cinque ore, con l'utilizzo di una tecnica chirurgica d’avanguardia. 

Il paziente, un uomo pugliese di 43 anni, è affetto da una condizione patologica di origine genetica, la sindrome di Marfan. Quando è arrivato nel reparto di Chirurgia vascolare dell'ospedale bergamasco i medici hanno verificato che un aneurisma dissecante di dodici centimetri comprimeva ormai l’esofago ed il cuore, occupando quasi interamente tutta la parte sinistra del torace ed rendendo impossibile per l’uomo alimentarsi. Le tradizionali tecniche di intervento mininvasivo endovascolare non erano praticabili per ragioni legate alla morfologia dell’aorta del paziente. Ecco perché si è optato per la complessa tecnica ‘open’, che prevede la sostituzione integrale del tratto aortico.

Una foto dell'aorta toracica prima dell'intervento. Al centro è ben visibile l'aneurisma dissecante di 12 centimetri.
Una foto dell'aorta toracica prima dell'intervento. Al centro è ben visibile l'aneurisma dissecante di 12 centimetri.

A realizzare l'intervento, lunedì 1 marzo, è stato Stefano Pirrelli, direttore della Chirurgia vascolare, insieme a Samuele Bichi della Cardiochirurgia, con l’assistenza di Cosimo Maraglino e Pietro Cefalì della Chirurgia vascolare, della specializzanda Federica Locatelli, e dell’anestesista Lidia Rota Sperti. L’intervento è stato eseguito, a cuore battente, in circolazione extracorporea parziale coordinata da Davide Ghitti, mentre il monitoraggio del midollo spinale veniva seguito dalla Neurologia, con Barbara Frigeni ed Erica Bonaccorsi. Il coordinamento infermieristico è stato garantito da Maria Berardelli. Dopo l’intervento il paziente è stato ricoverato nella Terapia intensiva cardiovascolare dove è stato seguito dall’équipe di cui è responsabile Lorenzo Grazioli. Dopo qualche giorno il paziente è stato ritrasferito in reparto per poi essere dimesso domenica 14 marzo.

Gli aneurismi toracici possono originarsi in presenza di varie patologie: la sindrome di Marfan, la sindrome di Loeys-Dietz e la sindrome di Ehlers–Danlos, altre malattie del tessuto connettivo, l’aterosclerosi, patologie infiammatorie o infettive. Sono fattori predisponenti anche l’ipertensione arteriosa, il fumo, i traumi e l’aorta bicuspide. Nel medio periodo tutti gli aneurismi toracici, di qualunque natura, tendono inevitabilmente alla rottura. La sopravvivenza a 5 anni di pazienti portatori di un aneurisma con diametro maggiore di 6 centimetri è inferiore al 10%.  Con questo intervento fa il suo esordio il nuovo Aortic Team multisciplinare del Papa Giovanni di Bergamo, il primo in Italia di questo genere.

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