Anziana uccisa dopo una rapina: a incastrare i presunti killer un paio di pantaloni sporchi di sangue
A incastrare i due killer della 90enne Fernanda Cocchi sono stati i gioielli appena rubati venduti al Compro oro dell'anziana: il più giovane dei due – il 22enne Carlos Gabriel Velasco Velasco – si è presentato con tanto di carta d'identità. Insieme al suo complice, il 44enne Mario Abraham Calero Ramirez, era riuscito pochi minuti prima a rubare all'inquilina del palazzo di via Ponte Seveso a Milano un paio d'occhiali, due collane d'oro e un anello, che forse la vittima portava al dito e che ancora non è stato ritrovato. Tutto per meno di cinquanta euro. L'omicidio è avvenuto venerdì 29 ottobre: i due avrebbero messo dei foglietti di carta sugli spioncini per evitare di essere riconosciuti dalla 90enne e dal vicino di casa. Una volta forzato il portone ed entrati nell’abitazione, sono stati sorpresi dall’anziana. I due l’avrebbero quindi colpita con un ferro da stiro in testa e poi probabilmente con un coltello.
Trovati i pantaloni sporchi di sangue
Ora su quanto accaduto indagano ancora gli agenti della Squadra Mobile, diretta da Marco Calì: resta ancora da chiarire nel dettaglio minuto per minuto. Non si spiega ancora ora come sia stato possibile che i due malviventi siano arrivati a uccidere la donna: Fernanda Cocchi era anziana, faceva fatica a camminare e ci vedeva poco. Nei prossimi giorni verranno resi noti i risultati dell'autopsia sul cadavere. Il primo a confessare è stato proprio il 22enne, ripreso anche delle telecamere di video sorveglianza del Compro oro: subito dopo le sue dichiarazioni – come riporta Il Corriere della Sera – gli agenti sono riusciti a rintracciare una borsa con all'interno pantaloni sporchi di sangue, ora sotto le analisi della scientifica. Si tratterebbero dei pantaloni indossati dal 44enne che avrebbe gestito il colpo al quarto piano dello stesso palazzo della vittima. Per loro così è scattato l'arresto. Nonostante agli inquirenti hanno ammesso le loro colpe: si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Anna Calabi durante l'interrogatorio di convalida del fermo.