Annullato il maxi sequestro di 250 milioni a Tim per la presunta truffa sui servizi a pagamento dei cellulari
Il Tribunale del Riesame di Milano ha annullato il sequestro preventivo da quasi 250 milioni di euro disposto lo scorso 8 febbraio nei confronti di Tim nell'ambito di un'inchiesta per una presunta truffa nei servizi extra a pagamento. I giudici hanno disposto la restituzione della somma alla società di telefonia, assistita dall'avvocata Paola Severino. Le motivazioni saranno depositate entro 30 giorni.
L'inchiesta della Procura di Milano, condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano e del nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche di Roma della Guardia di finanza, riguardava l’attivazione sui device degli abbonati alla compagnia telefonica di “servizi a costo aggiuntivo” come le suonerie, l’oroscopo, il meteo, i giochi online, ma anche la musica e i video, senza che i consumatori fossero consapevoli di averli attivati sulle proprie schede telefoniche.
Servizi che comportavano insomma un addebito sulla bolletta o sul proprio credito telefonico, e che venivano commercializzati dalle aziende di contenuti (Csp) e in seguito attivati dall’operatore telefonico (in questo caso Tim) coadiuvato dalle società di piattaforme tecnologiche (Hub), con un sovrapprezzo sulla scheda Sim di utenti ignari, ingannati da fraudolenti banner pubblicitari o persino agganciati senza nemmeno aver cliccato.
Una presunta truffa avvenuta nel periodo tra il 2017 e il 2020, in cui migliaia di utenti di Tim si sarebbero visti quindi addebitare importi non dovuti per attivazioni indebite dei Servizi a valore aggiunto (Vas) sui propri cellulari e anche alle sim usate tra macchine per lo scambio di dati come, ad esempio, gli impianti di allarme e i sistemi di domotica.