“Anni senza la mia bimba e ora sto per morire”, il dramma di un papà a cui è stata tolta la figlia
L’appartamento è sempre lo stesso, a pochi passi dal centro storico di Brescia, in un palazzo signorile. Il medesimo in cui il commercialista Orazio Olivari aveva fatto rientro come al solito una sera di undici anni fa. Senza però riuscire ad aprire la porta della casa in cui viveva con l’allora compagna e la figlia di cinque anni, Gloria.
“La mia ex aveva fatto cambiare le serrature – racconta Orazio a Fanpage.it -, così ho scoperto che la relazione con lei era finita”. Non solo quella, purtroppo: la donna decide di partire per Montecarlo portando con sé la piccola e dopo poco inizia l’odissea.
Giustizia contro giustizia
La ex compagna di Orazio si rivolge alla giustizia monegasca, chiedendo l’affidamento esclusivo della figlia. In parallelo il papà della bambina si muove con i tribunali italiani, che gli danno ragione in ogni grado di giudizio: Gloria deve fare ritorno in Italia e la ex compagna è condannata a 14 mesi di detenzione senza condizionale per sottrazione di minore e disobbedienza all’autorità giudiziaria.
Eppure la bambina, che ormai sta crescendo, rimane dov’è, potendo vedere il papà solo davanti agli assistenti sociali in una struttura protetta. “Il problema – chiarisce Piercarlo Portesi, legale di Orazio – è stata la mancata convergenza fra le due giurisdizioni, entrambe convinte di avere la competenza sul caso e ciascuna portatrice di un parere opposto rispetto all’altra”.
L’ipotesi di una setta
Orazio non si arrende e, pur non potendo vedere quasi mai la sua Gloria, cerca aiuto dai migliori avvocati, italiani e monegaschi.
Non solo: “Ci siamo rivolti ai più alti vertici del principato, i quali, quando abbiamo posto loro la questione, hanno indirettamente confermato un timore del mio assistito e cioè che dietro la vicenda ci sia una setta, forse religiosa, che sta proteggendo la sua ex compagna da un punto di vista giuridico ed economico. Gli organi a cui abbiamo chiesto interessamento ci hanno detto testuali parole: ‘Con quel tipo di organizzazioni non vogliamo avere più niente a che fare, ci hanno già rotto le scatole in passato’”.
Si cresce, s’invecchia, ci si ammala
Passano gli anni, Orazio invecchia e si ammala di Parkinson, con una progressione molto repentina. Gloria diventa un’adolescente inquieta: “Abbiamo saputo – dice a Fanpage.it l’avvocato Portieri – che ha tentato di tagliarsi le vene dei polsi ed è per questo stata ricoverata in ospedale. In precedenza aveva anche provato a buttarsi dal secondo piano, ma di tutto questo la madre aveva tenuto Orazio all’oscuro”.
Per fortuna anche la giustizia fa il suo corso e le due giurisdizioni trovano un accordo per l’affidamento congiunto: Gloria resta a vivere a Montecarlo, ma può fare visita al padre durante le vacanze.
Ormai è tardi
Troppo tardi, però. Oggi Orazio non riesce quasi più a parlare e non può prendersi cura della figlia che ha aspettato per anni. Gloria, dal canto suo, è totalmente disorientata in Italia e non parla nemmeno la lingua del padre. Tra i due non c’è rapporto.
“Mi fa stare male tutto questo – racconta con molta fatica Orazio a Fanpage.it -, come papà mi viene da piangere e so che potrei morire da un giorno all’altro”.