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Anna Bellisario morta per un tiramisù vegano: “Il mascarpone era un ingrediente, non solo contaminazioni”

Nel tiramisù vegano che ha causato la morte di Anna Belisario non erano presenti soltanto tracce di latte: il mascarpone era un ingrediente del dolce a tutti gli effetti.
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Nella giornata di ieri, lunedì 15 gennaio, la Procura della Repubblica di Milano ha fatto sapere di aver ottenuto l'interdizione dall'attività imprenditoriale per i titolari del laboratorio ‘Glg' che aveva preparato il tiramisù vegano che ha causato il decesso di Anna Bellisario lo scorso 5 febbraio. Nella nota del procuratore Marcello Viola vengono forniti ulteriori dettagli sulla vicenda, in particolare sulla presenza di sostanze che non sarebbero dovute essere presenti nel dolce destinato a chi segue una dieta vegana.

Il mascarpone era un ingrediente del tiramisù

Secondo quanto riferisce il Procuratore di Milano, il mascarpone all'interno del tiramisù che ha causa la morte di Anna Bellisario era un vero e proprio ingrediente. E non ne erano presenti soltanto alcune tracce, dovute a una contaminazione, come inizialmente era stato supposto. Il laboratorio incriminato aveva infatti sostenuto che, realizzando sia il tiramisù normale sia quello vegano, potessero erroneamente finte tracce di latte anche nel dolce destinato a chi non mangia derivati animali.

"La quantità di caseine riscontrata nel prodotto in questione indica che il mascarpone era presente nel preparato come ingrediente e non come semplice contaminante", spiega infatti nella nota la Procura. Proprio per la sua dose era così massiccia il dolce è risultato "fatale per la vittima", che era fortemente allergica al latte. L'indagine ha quindi "consentito di individuare la causa dell'accaduto nel tiramisù parzialmente ingerito dalla vittima, per presenza di beta-lattoglobuline nonostante il prodotto fosse venduto come vegano".

"Quando produci non pensi agli allergici"

Ora l'interdizione per Giovanna Anoia e il figlio Giuseppe Loiero, titolari del laboratorio di pasticceria, è arrivata anche perché gli inquirenti avrebbero riscontrato non poche criticità nella loro produzioni di dolci e soprattutto una sottovalutazione del problema, anche dopo il decesso della ragazza. "Quando tu produci un prodotto così non pensi agli allergici, tu lo stai facendo per i vegani…", dice la donna in un'intercettazione telefonica subito dopo la tragedia.

Al contrario sono state stralciate le posizioni del responsabile del ristorante Flower Burger e dei rappresentanti della ditta che forniva al locale maionese e una senape vegani, in quanto – pur avendo riscontrato alcune irregolarità anche in quei prodotti – "avendo escluso l'efficienza causale delle loro condotte nella determinazione dell'evento mortale".

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