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Anna Bellisario morta dopo aver mangiato un tiramisù non vegano: i produttori del dolce verso il processo

Sono state chiuse le indagini sulla morte di Anna Bellisario. Gli inquirenti chiederanno il processo per i due rappresentanti dell’azienda produttrice del dolce ingerito dalla 20enne e l’archiviazione per gli altri indagati.
A cura di Enrico Spaccini
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Anna Bellisario
Anna Bellisario

Il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno chiuso le indagini relative al decesso di Anna Bellisario. La 20enne è morta il 5 febbraio 2023 dopo uno shock anafilattico provocato da tracce di latte contenute in un dolce consumato in un locale milanese. Gli inquirenti richiederanno il processo per i responsabili della Glg srl, l'azienda produttrice del "Tiramisun", Giuseppe Loiero e sua madre Giovanna Anoia accusati di omicidio colposo. È stata chiesta l'archiviazione, invece, per tutte le altre posizioni iscritte nell'inchiesta, compreso il titolare del fast food dove Bellisario aveva ordinato e mangiato il dolce.

Il dolce ordinato nel locale vegano

Anna Bellisario era fortemente allergica alla proteina del latte. La sera del 26 gennaio 2023, la 20enne aveva deciso di andare a cena fuori insieme al suo fidanzato in un locale vegano di Milano. Dopo aver chiesto informazioni, ha ordinato un Tiramisun con marchio Mascherpa. Quanto riferito dal personale del fast food l'aveva rassicurata e l'etichetta del dolce non menzionava la presenza di tracce di lattosio o suoi derivati.

Tuttavia, dopo i primi cucchiaini Bellisario ha iniziato a star male e ad accusare i primi sintomi di una reazione allergica. Nonostante l'antistaminico al cortisone, è andata in shock anafilattico. La 20enne è deceduta il 5 febbraio all'ospedale San Raffaele dopo dieci giorni di coma.

L'inchiesta sul Tiramisun e sulla Glg srl

Sul caso è stata aperta un'indagine per omicidio colposo. Come è emerso dagli atti, alla Glg srl (azienda produttrice del Tiramisun) si "preparavano i prodotti vegani e non vegani nello stesso ambiente, in contemporanea e sullo stesso tavolo". In questo modo, si confondeva nella produzione di dolci l'uso di "preparati di origine animale", come il mascarpone, e di "ingredienti di origine vegetale". Infatti, come ribadito in un comunicato firmato dal procuratore di Milano Marcello Viola, quel dolce conteneva "mascarpone".

Il gip nei giorni scorsi ha interrogato i responsabili della Glg: Giuseppe Loiero per la parte legale e Giovanna Anoia per le linee produttive. I due, però, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Perciò, il 15 gennaio la giudice Fiammetta Modica ha emesso nei loro confronti la misura di interdizione dall'attività imprenditoriale per un anno e ora potrebbero andare a processo con l'accusa di omicidio colposo.

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