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Anna Bellisario morta a 20 anni per un tiramisù non vegano: i produttori condannati a pagare solo 10mila euro

Hanno patteggiato una pena a un anno (riconvertita in sanzione pecuniaria) i due produttori del dolce che è costato la vita a Anna Belisario, la 20enne deceduta nel febbraio 2023 dopo aver ingerito un tiramisù venduto come vegano. In realtà era stato realizzato con mascarpone.
A cura di Francesca Del Boca
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Hanno patteggiato una pena a un anno (riconvertita in una sanzione pecuniaria di circa 10mila euro) il titolare del laboratorio Glg Giuseppe L. e la madre socia Giovanna A: sono i responsabili dell'azienda produttrice del dolce che è costato la vita a Anna Belisario, la 20enne deceduta il 5 febbraio 2023 dopo aver ingerito un tiramisù venduto come vegano ma in realtà realizzato con mascarpone. La giovane, fortemente allergica alle proteine del latte, è morta per shock anafilattico dopo poche cucchiaiate del Tiramisun, prodotto a marchio Mascherpa.

I due erano indagati dalla Procura di Milano con l'accusa di cooperazione in omicidio colposo. La famiglia della ragazza è stata risarcita con l'assicurazione, mentre il fidanzato della ventenne di tasca propria dai due indagati. Il gup Cristian Mariani ha revocato la misura cautelare dell'interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriale disposto dalla gip Fiammetta Modica, su richiesta dei pm Luca Gaglio e l'aggiunta Tiziana Siciliano.

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Agli atti dell'inchiesta c'erano anche diverse intercettazioni, come quella che dimostrerebbe che Giovanna A., responsabile delle linee produttive della Glg (azienda produttrice del tiramisù vegano), il 23 febbraio dello scorso anno, "sottovalutava la tipologia di consumatori cui il prodotto poteva essere destinato". "Quando tu produci un prodotto così non pensi agli allergici, tu lo stai facendo per i vegani…", si sente in una conversazione telefonica tra i due responsabili.

I due indagati, inoltre, "non avrebbero mostrato alcun ravvedimento dopo la morte della giovane", continuando a comportarsi in modo "inadeguato". In una telefonata del 18 febbraio 2023 il figlio avrebbe infatti redarguito la madre per le "continue carenze procedurali nella fase di preparazione e commercializzazione" dei dolci. Le diceva: "No, mamma! La regola è: non mandare. Se non ci sono i tappi non si mandano! (…) Non sono passati manco dieci giorni (dalla morte di Anna Bellisario)! Non mi far ripensare a ‘ste robe, dai".

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