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Anna Bellisario, morta dopo aver mangiato un tiramisù: il ristorante spiega la presenza di tracce di latte

La catena di ristoranti Flower Burger ha voluto fornire alcuni chiarimenti dopo la morte di Anna Bellisario, che ha avuto uno choc anafilattico dopo aver mangiato un tiramisù all’interno di uno dei loro locali milanesi: “Il tiramisù vegano che Flower Burger ha acquistato da un fornitore terzo non recava nell’etichetta alcun riferimento a tracce di latte. Inoltre, dalle analisi fin qui condotte, non risultano tracce di uova o di latte nelle salse di nostra produzione”.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Per massima chiarezza, vogliamo precisare che il tiramisù vegano che Flower Burger ha acquistato da un fornitore terzo non recava nell’etichetta alcun riferimento a tracce di latte. Inoltre, dalle analisi fin qui condotte, non risultano tracce di uova o di latte nelle salse di nostra produzione".

È quanto riportato in una nota stampa diffusa dalla catena di ristoranti Flower Burger in riferimento al caso di Anna Bellisario, la ragazza di appena ventuno anni che è andata in choc anafilattico dopo aver mangiato un tiramisù vegano in uno dei loro ristoranti milanesi.

La dinamica

La 21enne, il 26 gennaio scorso, era a cena con il fidanzato. Dopo solo due cucchiai di tiramisù, si è sentita male. È stata trasferita immediatamente all'ospedale Niguarda dove è rimasta ricoverata, in coma, per dieci giorni. Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio è poi morta.

Sul caso è stata aperta una inchiesta dalla Procura di Milano. Dalle analisi svolte dai Nas dei carabinieri e dall'agenzia di tutela della salute della città metropolitana, sarebbe emerso che all'interno del dolce erano presenti tracce di latte. La ventunenne era proprio allergica, fin dalla nascita, alla proteina del latte. E quei due cucchiaini potrebbero essere stati fatali. 

Il tiramisù non è prodotto dalla catena di ristoranti, ma da un'azienda terza. Sull'etichetta non sarebbe stato riportato che il dolce contenesse tracce di latte e per questo motivo, il ministero della Salute, ne ha disposto il sequestro.

Nei giorni successivi alla diffusione della notizia, era emerso che la giovane avesse mangiato un panino con una salsa, all'interno della quale erano state trovate tracce di uova, alle quali – seppur in maniera minore – la ragazza era allergica.

La notizia è stata però smentita dal ristorante: "Vogliamo rasserenare i clienti dei nostri ristoranti sulla sicurezza dei prodotti preparati nei nostri laboratori e somministrati da anni, confermando che essi rispondono interamente alle norme che regolano gli alimenti vegani".

Tra gli indagati c'è un responsabile del ristorante

La catena ha assicurato che non sono state trovate tracce di latte o di uova né nella salsa ingerita dalla ragazza quella sera né in tutte le altre da loro prodotte. Sembrerebbe quindi che l'iscrizione al registro degli indagati di un responsabile del Flower Burger sia un atto dovuto e probabilmente relativo al fatto che la ragazza si sia sentita male all'interno del ristorante stesso. 

Oltre lui, sono indagati due rappresentanti e due dipendenti dell'azienda produttrice del tiramisù e due rappresentanti di un'altra azienda ancora.

"Tutta la comunità di Flower Burger è rimasta sconvolta dalla vicenda che ha colpito la famiglia Bellisario. Nei giorni scorsi siamo rimasti in contatto con i familiari di Anna e a loro ci stringiamo con immenso cordoglio. Fino a oggi abbiamo deciso di non intervenire pubblicamente sulla vicenda per doveroso rispetto dell’attività di indagine in corso e per riguardo dovuto al dolore della famiglia di Anna, che da tempo era cliente del nostro ristorante".

La nota stampa si conclude: "Confidiamo nell’accurato lavoro della magistratura, a cui continueremo a fornire la nostra massima collaborazione e rinnoviamo la vicinanza alla famiglia".

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