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Andreoni, direttore scientifico Simit: “La febbre del Nilo è una malattia grave, non scomparirà mai”

“La febbre del Nilo è una malattia grave e non nuova per l’Italia: nel nostro Paese è dagli anni ’90”. Così il professore Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), a Fanpage.it.
A cura di Filippo M. Capra
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Che cos'è la febbre del Nilo? È pericolosa? E come la si contrae? Per rispondere a tutte queste, legittime, domande, specialmente in un'epoca in cui il Covid, ha messo in ginocchio le due province al momento con il numero più alto di contagi da questo virus, Lodi e CremonaFanpage.it ha contattato il professore Massimo Andreoni, Professore Ordinario di malattie Infettive della facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli studi di Roma Tor Vergata e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali).

Professore Andreoni, cosa ci può dire sulla febbre del Nilo?

È stato isolato solato nei primi anni del ‘900 in Uganda, poi è passato per l'Egitto e in Francia. In Italia c'è dagli anni '90. Ha come serbatoio gli uccelli e si trasmette all'uomo attraverso un vettore, in questo caso la zanzara tigre, o altre zanzare non presenti nel nostro Paese. Anche altri animali sono possibili serbatoi, come i cavalli. Non è un'infezione particolarmente rara qui: nel 2018 erano poco meno di 600 i casi umani con 42 deceduti.

Quanto è pericoloso per la salute umana?

È una malattia grave che si presenta con due modalità diverse: una forma febbrile molto simile all'influenza con dolore muscolari e senso di stanchezza o altrimenti una forma neuroinvasiva, che presenta cefalite e meningite con paralisi flaccide degli arti che può portare al decesso. La prima si cura in circa una settimana con l'aiuto di antipiretici, la seconda con terapie di supporto.

Come si contrae?

Tramite la puntura della zanzara tigre, che è un tipo di zanzara che punge più di una volta lo stesso individuo, oppure tramite trasfusione di sangue o trapianto di organo, motivo per cui chi dona viene testato per verificare la presenza del virus o meno nell'organismo. Non è possibile contrarre la febbre del Nilo per via alimentare: se si mangia una bistecca di cavallo al sangue, di un esemplare infetto, non si rischia di rimanere infetti.

Si può essere asintomatici?

Sì e dipende dai substrati genetici diversi dei singoli individui. Sappiamo per certo che esistono dei soggetti positivi che sono del tutto asintomatici.

Si è immuni dopo averlo contratto una prima volta?

Mediamente dà un'immunità discreta anche se si iniziano a descrivere diversi sierotipi virali e quindi la possibilità che la malattia possa essere ritrasmessa.

Dove è maggiormente diffusa in Italia?

Specialmente nel nord est dove sono stati segnalati un buon numero di casi.

Ci sono correlazioni con il Covid?

No, sono due virus completamente diversi. Il West Nile è una malattia endemica in Italia, anche perché le zanzare possono trasmettere alle loro progenie il virus. Ciò significa che una zanzara infetta può trasmettere il contagio per via transovarica. È una malattia che tende a rimanere nel Paese in cui si insidia e non c'è possibilità che scompaia.

Se un individuo viene contagiato da uno dei due virus, può rimanere infetto anche dell'altro?

Assolutamente sì, proprio perché uno non annulla l'altro o crea da scudo all'altro. Anche se è poco probabile che accada.

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