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Andreea Mihaela Antochi, morta con il figlio durante il parto: “Deceduta per un’embolia”

La donna di 30 anni morta durante il parto insieme al figlio sarebbe deceduta per un’embolia. È quanto emergerebbe dai primi risultati dell’autopsia.
A cura di Ilaria Quattrone
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Andreea Antochi (foto da Facebook)
Andreea Antochi (foto da Facebook)

Andreea Mihaela Antochi, la donna di trent'anni che è morta al Policlinico San Matteo di Pavia durante il parto insieme al bimbo che portava in grembo, sarebbe deceduta per un'embolia. "C'è una ragionevole certezza, anche se non ancora assoluta, che la morte della signora Andreea sia stata provocata da embolia da liquido amniotico", ha detto Ferdinando Mauro Miranda, legale di Florin Catalin Lovin, marito della trentenne.

Nella giornata di oggi, lunedì 23 dicembre, si è infatti svolta l'autopsia sui corpi della donna e del piccolo. L'esame è stato eseguito all'istituto di Medicina Legale dell'Università di Pavia. "È stato trovato liquido nei polmoni della donna: questo potrebbe in teoria essere provocato da un'infezione polmonare, ma non c'erano stati sintomi nei giorni precedenti, o da una sofferenza cardiaca, molto rara in una persona ancora così giovane che tra l'altro non aveva mai manifestato problemi del genere", ha detto l'avvocato all'agenzia di stampa Ansa.

Per questo motivo è possibile che si sia trattato di un'embolia "causata dalla rottura della placenta, con la diffusione del liquido amniotico nel sangue", ha ancora affermato il legale. Ai periti sono stati concessi novanta giorni di tempo per effettuare la valutazione definitiva che dipenderà anche dagli esami di laboratorio sui prelievi istologici effettuati.

Oltre all'esito dell'autopsia, gli inquirenti analizzeranno anche le cartelle cliniche acquisite. Si cercherà infatti di capire se sia stata tempestivamente accertata la patologia che ha portato alla morte e se siano state adottate tutte le terapie necessarie. Al momento sembrerebbe che due operatori sanitari siano stati raggiunti da un avviso di garanzia. Sembrerebbe poi inoltre che il 12 dicembre, la donna si fosse recata al pronto soccorso per chiedere di essere sottoposta al taglio cesareo.

I medici però, come detto dall'avvocato Miranda, "hanno sconsigliato tale opportunità perché non la ritenevano necessaria".

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