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Andrea Monti (Lega): “I contratti nazionali sono ingiusti, bisogna differenziare gli stipendi”

A pochi giorni dalle elezioni a Fanpage.it il candidato della Lega Andrea Monti ha parlato di stipendi, nucleare e sanità lombarda.
A cura di Giorgia Venturini
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Tra i candidati a sostegno di Attilio Fontana nelle elezioni lombarde c'è anche Andrea Monti. Il leghista ha un grande sostegno in Brianza e soprattutto nella sua Lazzate dove il padre Cesarino è stato un amato sindaco. A pochi giorni dalle elezioni a Fanpage.it ha parlato di stipendi, nucleare e sanità lombarda.

È giusto differenziare gli stipendi in base al costo della vita?

Non solo lo trovo giusto, ma sacrosanto. L’Italia ha un costo della vita con differenze macroscopie, non solo il Nord rispetto al Sud, anche le aree metropolitane rispetto alle province. La vera ingiustizia è prevedere contratti nazionali con stipendi uguali per tutti: un carabiniere, un insegnante o anche un lavoratore del privato che prende 1.500 euro al mese a Milano fatica a campare con la famiglia.

Lo stesso stipendio in altre zone d’Italia ti permette una vita più che dignitosa? È giusto questo? Credo di no e credo che i sindacati, strenui difensori del contratto collettivo nazionale, debbano cambiare idea e sanare questa ingiustizia.

Associazioni e politici stanno denunciando la lunga coda dei migranti la notte fuori dalla Questura per chiedere i permessi. Cosa si potrebbe fare?

I problemi delle lunghe code in Questura non è solo dei migranti e spiace che siano solo loro a fare notizia. Per avere un passaporto rinnovato bisogna aspettare lunghi mesi, farà meno notizia ma riguarda milioni di cittadini italiani.

Il problema è che prima o poi in questo Paese bisognerà convincersi che i lavori amministrativi debbono essere svolto da personale diverso da quello formato e armato per tutelare la nostra sicurezza e incolumità. Se qualcuno invece pensasse di risolvere il problema facendo sanatorie, si sbaglia di grosso.

Come migliorerebbe le lunghe liste d'attesa nella sanità pubblica?

Il primo obiettivo da raggiungere è quello di creare una agenda unica di tutte le disponibilità, del pubblico e del privato convenzionato e in generale migliorare la capacità di far conoscere ai cittadini le disponibilità già oggi presenti nell’erogazione delle visite e prestazioni sanitarie. Spesso è un semplice problema di incontro tra domanda e offerta. Poi è necessario continuare ad aumentare le risorse per sfruttare a pieno le potenzialità del sistema.

Cosa pensa della possibilità del nucleare in Lombardia?

L’Italia è praticamente l’unico Paese con un importante settore industriale a non aver scelto l’opzione dell’energia nucleare. La stessa Germania, che aveva pensato di chiudere tutte le centrali nucleari rendendosi dipendente dal gas russo, oggi ha deciso di continuare a tenere aperte tre centrali.

Credo che l’Italia debba colmare questo deficit, puntando su una pluralità di fonti energetiche senza escludere il nucleare. Sul fatto dei rischi si fa molta speculazione politica, spaventando volutamente le persone. Il Paese che ha subito uno dei più grandi incidenti, Cernobyl in Ucraina, motivo per cui l’Italia ha bloccato il suo progetto nucleare, oggi ospita numerose centrali e una delle più grandi è nel bel mezzo di un conflitto bellico. Farla in Lombardia non sarebbe diverso dal farla in Piemonte, in Veneto o in Emilia Romagna. Oggi la centrale nucleare di Tricastin, in Francia, dista soli 180km dall’Italia. Nessuno ne parla.

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