Andrea Furegato (Pd) eletto sindaco a Lodi a Fanpage.it: “I cittadini hanno fatto una scelta chiara”
Classe 1997, cintura nera di judo e lunga militanza tra le file del Partito Democratico locale. È il nuovo sindaco di Lodi, Andrea Furegato, eletto al primo turno con una percentuale quasi bulgara (59 per cento) contro la sindaca uscente della Lega Sara Casanova. La giovane stella del centrosinistra lombardo strappa il capoluogo della Bassa alla Lega, e lo riporta sotto l'egida del partito che per anni ha governato la città con Lorenzo Guerini prima (oggi ministro della Difesa, tra i primi a far arrivare i propri complimenti a Furegato) e con Simone Uggetti poi. Impiegato bancario con laurea in Economia e oggi primo cittadino di Lodi, è il più giovane di un capoluogo di provincia.
Un mandato netto
Emozionato sì alla notizia di questa vittoria schiacciante, ma tutto d'un pezzo, senza cedere all'emotività. "Il clima era buono in città, mi aspettavo una vittoria. Ma non di certo così, è un risultato in parte inatteso", racconta il neo sindaco Andrea Furegato a Fanpage.it dal comitato elettorale del quartiere Albarola, dove ha seguito lo spoglio elettorale in compagnia dei suoi sostenitori. "Ripagherò i lodigiani della fiducia che mi hanno accordato. Un mandato così netto presuppone una grande responsabilità, e voglio esserne all'altezza". E conclude: "Sono il sindaco di tutti". Lo attendono i festeggiamenti notturni in uno dei ritrovi principali della città, piazza Castello. "Ma saranno sobri", promette.
Giovane promessa?
Oltre a Lorenzo Guerini, ministro della Difesa e sostenitore in prima linea del giovane neo sindaco, Andrea Furegato poteva contare sul sostegno di altri big del Partito Democratico. Quasi un'investitura dall'alto, dal "collega" milanese Beppe Sala al segretario nazionale Enrico Letta. Chissà che il Pd non voglia insomma puntare in futuro su questa promessa, che ha consegnato Lodi al centrosinistra saltando il ballottaggio con la sfidante del partito di Matteo Salvini. E chissà che questa vittoria schiacciante, frutto di una coalizione unita e di un volto fresco, non sia l'inaugurazione di un modello da esportare anche per le prossime elezioni, le regionali del 2023.