Andrea Cassarà indagato per pedopornografia: “Sono tranquillo, mi difenderò”
"Sono tranquillo, mi difenderò", commenta a Fanpage.it Andrea Cassarà, il fiorettista bresciano, campione olimpico, da ottobre accusato di aver filmato una minorenne mentre stava facendo la doccia negli spogliatoi del Centro sportivo San Filippo a Brescia.
La perizia informatica e le telecamere
"Dalla perizia informatica sullo smartphone di Cassarà – dichiara a Fanpage.it il legale del fiorettista, Enrico Cortesi – non è emersa traccia di alcun video pedopornografico, anche analizzando eventuali filmati cancellati". Elemento che ha fatto mutare il capo d'accusa da produzione di materiale pedopornografico a tentata produzione, senza però che la Procura di Brescia archiviasse il caso. Restano infatti le immagini di video sorveglianza del centro sportivo, che avevano ripreso Cassarà intorno alle 15 di venerdì 20 ottobre, data in cui la ragazzina avrebbe denunciato il fatto, mentre si allontanava velocemente da una zona che sembrerebbe essere compatibile con quella in cui la ragazza avrebbe visto la figura con lo smartphone in mano per riprenderla sotto la doccia.
In un comunicato diffuso tramite il suo legale, Cassarà ha espresso rammarico per la mancata archiviazione: "Il pm – si legge nella nota – nonostante l’assenza di ogni tipo di file, ha voluto proseguire le indagini e ora mi contesta il tentativo sulla base di meri elementi indiziari. Fino ad oggi, ho preferito non rilasciare dichiarazioni nel rispetto delle indagini preliminari in corso, nonché nella serena convinzione che il procedimento sarebbe stato archiviato. Così non è stato e, quindi, mi difenderò in tutte le sedi dalle accuse che mi vengono mosse".
Il precedente nel 2007
Il campione olimpico bresciano non è però nuovo ad accuse di questo tipo. Risale al 2007 una causa per atti osceni. Al tempo, secondo le accuse, Cassarà si sarebbe abbassato i pantaloni e avrebbe mostrato le parti intime a una ciclista per strada a Cremona. L'atleta, che si era sempre dichiarato innocente, fu condannato a tre mesi in primo grado, due in secondo e venne prosciolto in appello bis per sopravvenuta prescrizione.
"Il mio cliente – conclude Cortesi – ha ripreso la sua attività di insegnamento già a gennaio 2024, in un clima sereno e senza defezioni da parte di allieve e allievi. Ora aspettiamo l'udienza preliminare e lì ci difenderemo".