“Andrea Bossi non si è difeso”: i risultati dell’autopsia sul corpo del 26enne ucciso a coltellate
Andrea Bossi non si sarebbe difeso. È quanto emerge, stando a quanto riportato dal quotidiano La Prealpina, dall'autopsia svolta sul corpo del 26enne accoltellato tra il 26 e il 27 gennaio in casa sua a Cairate (Varese). L'arma del delitto non è ancora stata trovata. Il medico legale però è riuscito a descriverla: potrebbe trattarsi di una lama di almeno otto centimetri di lunghezza, larga tre centimetri che ha provocato una ferita netta. Potrebbe essere un coltello a serramanico che sarebbe stato conficcato nella giugulare che l'ha quasi completamente recisa.
Non è chiaro se sia stato colpito alle spalle. Non sembrerebbe essere riscontrato alcun trauma da corpo contundente. Non sarebbe quindi stato utilizzato nessun portacenere per stordirlo.
Douglas Carolo e Michele Caglioni sono i due giovani accusati dell'omicidio: entrambi sono in carcere del 28 febbraio. Il secondo ha affermato, durante l'interrogatorio con la pubblico ministero Francesca Parola, che l'impugnatura dell'arma "non passava tra la griglia, ha dovuto premere con il piede per farlo cadere". Lo stesso ha inviato una lettera alla trasmissione La Vita in Diretta, in onda su Rai Uno, in cui ha lanciato un appello ai residenti del comune: "Aiutatemi nella ricerca del coltello, l'arma mi scagionerà completamente". Al momento non è stata trovata dai carabinieri.
Nella giornata di oggi, giovedì 11 aprile, Carolo sarà interrogato in carcere. Il ragazzo si è sempre dichiarato innocente: "È molto turbato da questa vicenda, era legato ad Andrea Bossi. Gli voleva bene", ha detto l'avvocato che lo difende a Fanpage.it.