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Ancora gravissima la bimba che ha rischiato di annegare a Inzago, la famiglia: “Non ha patologie, ma non sa nuotare”

Una bambina di 11 anni ha rischiato di annegare in una piscina a Inzago (Milano), lunedì 17 giugno. Le sue condizioni sono gravissime: quando è stata salvata era già in arresto cardiocircolatorio. La famiglia avrebbe detto agli inquirenti che la piccola non sa nuotare.
A cura di Matilde Peretto
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Foto di repertorio
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È ancora in ospedale, attaccata ai macchinari, la bambina di 11 anni che ha rischiato di annegare in una piscina del parco di Aquaneva a Inzago, in provincia di Milano, lunedì 17 giugno. La piccola, originaria del Senegal, sembra non avesse patologie pregresse di tipo respiratorio o cardiaco. La causa dell'incidente potrebbe essere il fatto che non sapesse nuotare, nonostante la sua passione per l'acqua. Questi sarebbero due degli elementi emersi ieri durante il colloquio avvenuto tra la famiglia della bambina e gli agenti della polizia locale. Sono in corso le indagini per capire cosa sia realmente successo in quel pomeriggio. Le condizioni della piccola rimangono delicate: le prossime ore saranno decisive per lei. Tutta la comunità di Caravaggio, paese nella Bergamasca in cui vive la bambina, si stringe attorno alla famiglia.

Le testimonianze su quanto accaduto lunedì a Inzago sono "contrastanti e ancora da riordinare", ha fatto sapere il comandante della polizia locale Vincenzo Avila. L'acqua della piscina, in cui si era recato l'oratorio di cui faceva parte la bambina, era alta (circa 160 cm) e sembra che la piccola non sapesse nuotare. Potrebbe essere stata sfidata dalle amiche in un gioco a chi resiste di più in apnea. Ma l'11enne non sarebbe mai riemersa: sembra sia stata sott'acqua a lungo e, quando è stata recuperata dai bagnini e da un sacerdote accompagnatore, era già in arresto cardiocircolatorio. Il padre della piccola si era precipitato a Inzago quando aveva saputo dell'incidente ed era salito sull'elisoccorso con la figlia, diretti all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La vita della bambina sembra essere appesa a un filo.

Dal colloquio tra la polizia e la famiglia dell'11enne, avvenuto martedì 18 giugno, è emerso che non risulterebbero "eventuali problematiche respiratorie o altre patologie cui collegare un eventuale malore", afferma il comandante Avila. "Era necessario sapere se sapesse nuotare o meno, altra informazione che può aiutare a capire". Le indagini continuano. Sarà fondamentale capire cosa sia successo e per quanto tempo la bambina sia rimasta sott'acqua.

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