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Covid 19

Anche Atalanta-Valencia del 19 febbraio nell’inchiesta delle morti Covid nella Bergamasca

Le partite Atalanta-Valencia del 19 febbraio e Albino-Codogno del 9 sono entrate nell’inchiesta della Procura di Bergamo che indaga sulle morti da Covid nella Bergamasca durante la prima ondata del contagio da Coronavirus in Lombardia. Come sostenuto dal procuratore e dall’aggiunto, sono state chieste le liste dei presenti agli stadi per ricostruire da dove e come si sono mossi per raggiungere Milano.
A cura di Filippo M. Capra
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Anche la rinominata "partita del contagio" Atalanta-Valencia dello scorso 19 febbraio e il match di Eccellenza tra Albino e Codogno di dieci giorni prima sono finite nell'inchiesta della Procura di Bergamo in merito alle morti da Covid durante la prima ondata della pandemia.

Lista dei tifosi per capire come sono arrivati allo stadio e da dove

Come dichiarato dal procuratore Antonio Chiappani e dall'aggiunto procuratore Maria Cristina Rota, la Procura ha acquisito la lista dei tifosi presenti allo stadio Meazza in San Siro a Milano in occasione del big match di Champions League tra la Dea e gli spagnoli. Così facendo, gli inquirenti ricostruiranno chi era allo stadio, con quali mezzi l'hanno raggiunto e da che località provenissero. Dopodiché, confronteranno i dati con i casi di Coronavirus registrati nei rispettivi comuni di residenza per valutare l'eventuale esistenza di ulteriori focolai oltre a quello verificatori nell'ospedale di Alzano Lombardo.

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La partita del contagio raccontata da un ultras dell'Atalanta

A raccontare come è andata "la partita del contagio" tra Atalanta e Valencia, era stato un ultras bergamasco che a Fanpage.it aveva raccontato di aver accusato i primi sintomi al rientro a casa: "Prima ho avuto dei brividi di freddo ma pensavo fosse solo un po’ di stanchezza, poi la mattina dopo stavo ancora male ma sono andato a lavoro. La mattina dopo, però, avevo 39 e mezzo di febbre e mi sono preoccupato". Matteo, questo il suo nome, aveva ammesso che l'idea che potesse essere Coronavirus non l'aveva nemmeno sfiorato nonostante anche in Italia si cominciasse a parlare di un possibile contagio. Anche perché, come rivelato dall'ultras, "ho chiamato il medico, poi il 112, i numeri verdi e tutti mi hanno detto di stare tranquillo perché se non avevo frequentato Lodi o Codogno, sicuramente non era Coronavirus".

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