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Cambiamenti climatici

Ambientalisti imbrattano un’installazione del Fuorisalone sulla biodiversità: “Siamo stanchi dell’ipocrisia”

Gli ambientalisti di Ecologia Politica hanno imbrattato con vernice nera un’installazione del Fuorisalone esposta alla Statale di Milano. Alcuni di loro hanno manifestato con uno striscione: “Fuori Eni dalle università”.
A cura di Enrico Spaccini
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Il blitz degli attivisti di Ecologia Politica alla Statale di Milano (foto da Instagram)
Il blitz degli attivisti di Ecologia Politica alla Statale di Milano (foto da Instagram)
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Alcuni attivisti del collettivo Ecologia Politica hanno lanciato nel pomeriggio di oggi, venerdì 21 aprile, vernice nera contro l'installazione ‘A theater to save the planet' nel cortile dell'Università Statale di Milano. Il container, realizzato in occasione del Fuorisalone dall'architetto Andrea Boschetti con Ana Lazovic e il supporto dell'azienda Mirage e dell'associazione Save the planet, è parte di un progetto dedicato ai cambiamenti climatici e alla salvaguardia della biodiversità.

Nel loro blitz, documentato con foto e video poi condivise sui social, gli studenti e attivisti della Statale hanno voluto "sanzionare" l'installazione con la vernice nera. "Siamo stanchi dell'ipocrisia malcelata di queste macro-iniziative che con la complicità delle società sponsor di questo evento", scrivono nel post su Instagram, "autrici di efferati crimini ambientali, vorrebbero proporre un falso ecologismo finanziato da chi sta distruggendo il nostro sofferente pianeta".

In particolare, gli ambientalisti puntano il dito contro Amazon e Intesa San Paolo: "Fuori dalla Statale!".

Il racconto della dimostrazione di oggi termina con una dichiarazione di quello che il collettivo Ecologia Politica è pronto a fare: "Non ci fermeremo finché questi delitti non verranno fermati. Non ci fermeremo, perché il nostro pianeta non può più aspettare, perché chi ci governa non si cura della sua salute. Non rimarremo in silenzio davanti alla degradazione della nostra grande casa, l'università, teatro di cultura e socialità, ridotta a bel palazzo storico affittabile per l'appagamento di stuoli di borghesi annoiati".

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