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Alvin Kevin scomparso da quattro mesi, i dubbi della famiglia: “Speriamo sia vivo”

Non si hanno ancora notizie di Alvin Kevin Presti, il 40enne che è scomparso quattro mesi fa dalla provincia di Lecco. Il padre avrebbe ricevuto una telefonata dalla Prefettura che affermerebbe come l’uomo sia stato visto in alcuni negozi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alvin Kevin (foto da Facebook - Associazione Penelope Lombardia)
Alvin Kevin (foto da Facebook – Associazione Penelope Lombardia)

Non si hanno ancora notizie di Alvin Kevin Presti, il quarantenne che è scomparso nel pomeriggio di sabato 28 ottobre dall'ex ospedale Umberto I di Bellano (Lecco). Come raccontato dal quotidiano Il Giorno, il padre continua nelle ricerche. Accompagnato da un membro dei City Angels, ha distribuito alcuni volantini tra le bancarelle del mercato di Sondrio.

L'avvistamento del 40enne a Sondrio

Alcune segnalazioni arrivate alla trasmissione Chi l'ha visto?, in onda su RaiTre, hanno sostenuto che è stato avvistato proprio nel capoluogo valtellinese. Qualcuno ha affermato che potrebbe aver ricevuto un passaggio in automobile fino a Chiavenna. Alcuni giorni fa al padre 62enne – che lavora all'ospedale di Rozzano (Milano) – è arrivata una telefonata dalla Prefettura.

"Mi ha telefonato la viceprefetta – ha spiegato a Il Giorno – per informarmi che ci sono concrete possibilità che sia entrato in un negozio di saponi, shampoo, cosmetici di Sondrio. E saperlo in buone condizioni, compatibilmente al suo stato di disagio psichico, rassicura me e la sua mamma. Ma, in ogni caso, ci sono alcune cose che non mi tornano".

Il giallo dei documenti e del bancomat

Quando ha presentato denuncia di scomparsa, ha scoperto che il figlio aveva lasciato nella sua stanza del centro riabilitativo il cellulare, i documenti d'identità e il bancomat: "A me era stato riferito dall'ex ospedale che la stanza occupata da Alvin era stata controllata con cura e non c'erano né bancomat né documenti". Un altro punto da chiarire è che gli operatori avrebbero detto al padre di essere convinti che l'uomo non fosse rientrato perché intenzionato a raggiungere alcuni parenti all'estero.

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