Altri ospiti del residence dove Francesco è morto per il monossido erano stati in ospedale
Procedono le indagini per capire cosa abbia provocato la fuoriuscita di monossido di carbonio nel residence di Linate che ha ucciso il 24enne Francesco Mazzacane e mandato in ospedale in gravissime condizioni Pietro Caputo. Dagli altri accertamenti è emerso che nei giorni precedenti altri ospiti del residence erano andati in ospedale, ma nessuno si era insospettito e aveva fatto evacuare la struttura.
Purtroppo poi questa uscita di monossido di carbonio ha provocato la morte di Mazzacane. Il compagno 21enne Pietro Caputo invece si è svegliato dopo alcuni giorni di coma.
Tra le cause il tubo del gas staccato
Tra le ipotesi delle esalazioni mortali c'è anche il malfunzionamento della caldaia oppure il tubo del gas staccato nel locale caldaia. Sembrerebbe da quanto comunicato dai proprietari del residence che però solo pochi giorni prima erano state fatte tutte le verifiche e controlli del caso. Qualcosa però non ha funzionato.
Ora è emerso che i carabinieri e il pubblico ministero Luigi Luzi hanno sentito diversi ospiti della struttura e hanno raccontato che nei giorni precedenti la tragedia molti di loro si sono sentiti male, accusando forti mal di testa. La Procura continua a indagare per omicidio colposo e lesioni colpose.
Pietro è uscito dal coma
Intanto si spera che Pietro Caputo si riprenda completamente. Al momento è uscito dal coma: "Ha parlato, ce l'ha fatta grazie alle preghiere di tutti", ripete lo zio Antonio Vitiello. E poi ha aggiunto: "Si è svegliato, ma ora capirà di aver perduto per sempre la sua metà. Anche per noi è così perché Francesco era un figlio per noi, le nostre famiglie erano molto unite".