Allenatore di pallavolo rinviato a giudizio per atti sessuali con una sua giocatrice minorenne
Pierluigi Leidi, allenatore di pallavolo, è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Busto Arsizio con l'accusa di aver avuto, tra settembre e novembre 2021, rapporti sessuali con una ragazzina di 14 anni e mezzo che giocava nella sua squadra.
Le chat trovate su Telegram
Il caso è esploso nel 2021 a Brescia quando il padre di un minore ha scoperto che il figlio aveva intrattenuto alcune conversazioni su Instagram sessualmente esplicite con uomini più grandi. Tra questi, ci sarebbe stato lo stesso allenatore di alcune squadre di pallavolo di under 14 e under 16 della provincia di Varese. Gli inquirenti bresciani avevano quindi deciso di disporre il sequestro dei dispositivi elettronici di Leidi.
Sul suo cellulare sarebbe stata trovata l'App Telegram dove sarebbero emerse alcuni gruppi in cui avvenivano scambi di materiale pedopornografico e pornografico. Fra i vari messaggi salvati sarebbero state trovate centinaia di foto e video di minorenni in atteggiamenti sessuali che avrebbero inviato altri utenti e che l’indagato aveva deciso di salvare tra preferiti.
E proprio tra queste chat archiviate di Telegram, è stata trovata anche quella con la quindicenne finita poi al centro dell'inchiesta di Busto Arsizio.
Le conversazioni con la ragazzina di 14 anni
Appresa la notizia dalla Procura di Brescia, la Questura di Varese ha deciso di contattare i genitori della ragazzina. È stato così possibile scoprire che la quattordicenne aveva avuto rapporti non completi con lo stesso allenatore. A quel punto la famiglia della ragazzina, assistita dalle avvocate Erika Trolese e Rebecca Stefanuti, ha deciso di sporgere querela contro l’allenatore.
La Procura di Busto Arisizio ha così aperto un'inchiesta con l'accusa di atti sessuali su minorenne. L'uomo avrebbe promesso alla ragazzina la possibilità di fare carriera nell'ambito sportivo e così l'avrebbe convinta ad avere rapporti con lui. Leidi è attualmente ancora allenatore di pallavolo perché la Procura non ravviserebbe l'esigenza di una misura cautelare considerato che gli atti sarebbero stati consenzienti.
Nella giornata di oggi, martedì 20 giugno, c'è stato l'udienza preliminare davanti al tribunale di Busto Arsizio dove è stato disposto il rinvio a giudizio. La prossima udienza sarà il 14 novembre.