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Rientrato l’allarme bomba a Brescia, nello zaino sospetto davanti alla scuola di Polizia c’era un sasso

Trovato uno zaino sospetto davanti alla scuola di Polizia di Brescia. Gli artificieri intervenuti hanno scoperto che all’interno c’era semplicemente un sasso.
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Gli artificieri della Polizia di Stato sono intervenuti in via Veneto a Brescia per un allarme bomba. Nella mattinata di oggi, martedì 7 novembre, è infatti stato notato uno zaino sospetto abbandonato davanti alla Polgai, la scuola di polizia giudiziaria, amministrativa e investigativa. Immediatamente è scattato il protocollo di sicurezza e un tratto della strada è stato chiuso sia alle auto che ai pedoni. Successivamente gli agenti hanno scoperto che nella borsa c'era semplicemente un sasso.

Allarme bomba alla scuola di polizia di Brescia

La squadra degli artificieri della questura di Brescia è immediatamente intervenuta in via Veneto dopo che è stata segnalata la presenza sospetta di uno zaino abbandonato in strada. A destare preoccupazione è soprattutto la vicinanza con la sede della scuola di polizia giudiziaria, amministrativa e investigativa della Polizia di Stato. Per poter procede alle operazioni però è stato necessario l'intervento degli specialisti da Milano. E, per questo motivo, c'è voluta oltre un'ora per scopre che all'interno della borsa c'era semplicemente un sasso.

Intanto altri agenti, con l'aiuto dei carabinieri e della Polizia locale, hanno transennato un intero tratto di via Veneto per evitare il passaggio di auto e pedoni. Sul posto erano presenti anche alcune ambulanze, pronte a intervenire in caso di necessità. Ma fortunatamente non ce n'è stato alcun bisogno.

Il precedente alla scuola di Polizia

Già il 15 ottobre 2015 la scuola di Polizia presente a Brescia era stata oggetto di un attentato dinamitardo. In quell'occasione l’esplosione, che non aveva causato vittime, era stata rivendicata con un documento firmato da un gruppo autoproclamatosi “Cellula Anarchica Acca” e lo scorso 4 ottobre, dopo ben 9 anni, era stati identificato l'autore. Si tratta di Juan Antonio Sorroche, già detenuto in carcere per altri reati.

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